“Il bilancio sulla giunta Raggi a Roma è fortemente negativo. Gli slogan sull’onestà, che hanno vacillato per le note vicende sul Campidoglio, hanno avuto l’effetto di immobilizzare la città, che è rimasta ferma e non ha provato a risolvere nemmeno uno dei nodi che attanagliano i cittadini”. A dirlo è il segretario generale della Cgil di Roma e Lazio, Michele Azzola, commentando in un’intervista a RadioArticolo1 i primi due anni e mezzo di amministrazione 5 Stelle: “La città – aggiunge – si sente sempre più isolata, è un far west in cui la gente pensa che l'unico modo per sopravvivere sia prevalere sugli altri. Una situazione veramente complessa, associata all’enorme povertà e diseguaglianza. Una bomba pronta a esplodere”. Lo dimostra, tra l’altro, lo sciopero del prossimo 14 settembre all’Ama, azienda con il personale ridotto per il blocco del turnover.

“Senza l’approvazione del bilancio – osserva Azzola – l’azienda non potrà più programmare le proprie attività, c’è il rischio di un blocco del servizio che si trascinerà per lungo tempo. Ma più in generale, fin quando non si ragionerà sulla necessità dei termovalorizzatori, delle aree multimateriale, del riciclo della plastica, fin quando non porteremo aziende che si nutrono di rifiuti a insediarsi sul territorio cittadino e regionale, non svilupperemo mai la parte buona del rifiuto, che è quella che fa guadagnare due lire. Oggi a Roma viviamo il paradosso di fare poco e male la differenziata, che non rende nulla perché la dobbiamo mettere su un camion e trasportarla in giro per l'Italia. Il risultato è che si hanno tariffe altissime per un servizio di pessima qualità”.

Azzola elenca poi altri nodi da affrontare con urgenza, a partire dagli edifici scolastici fatiscenti: otto su dieci sono insicuri, senza manutenzione ordinaria e straordinaria, e tra pochi giorni suonerà la prima campanella: “Le scuole – aggiunge l’esponente della Cgil – è in una condizione inaccettabile. Per non parlare dell'infinita odissea del trasporto pubblico. Come abbiamo già detto da tempo al Campidoglio – osserva Azzola –, insieme alla procedura di concordato preventivo che Atac ha realizzato, era indispensabile trovare le risorse per rilanciare l’azienda attraverso l'acquisto massiccio di autobus nuovi. Ne hanno programmati seicento in quattro anni, un numero del tutto insufficiente a far cambiare il passo alla città”. Mentre “il grande piano contro le buche si è tradotto in uno slogan sui social: gli investimenti reali sulla pavimentazione – conclude – sono irrisori, si parla di poche decine di chilometri negli anni su un totale di 40 mila. In questa condizione le strade peggioreranno e l'inverno alle porte vorrà dire un ulteriore aumento delle buche”.