Proseguire il lavoro di analisi e di approfondimento sulle problematiche relative alla sicurezza e alla salute sui luoghi di lavoro, anche in sede di Commissione consultiva permanente, con un impegno comune di tutti i soggetti coinvolti - istituzioni, imprese, sindacati - in direzione di alcuni obiettivi essenziali: rafforzare la prevenzione, migliorando ed ampliando gli strumenti esistenti e le azioni possibili; rendere più efficaci e mirati i controlli, aumentando il numero degli ispettori ed accrescendo il coordinamento dei vari enti preposti alla vigilanza; modificare, qualora ne emerga l’esigenza, misure specifiche contenute nella normativa in materia di sicurezza. Sono questi i punti principali e condivisi del confronto in materia di sicurezza sul lavoro, presieduto dal ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, che ha visto la partecipazione dei rappresentanti di Ispettorato nazionale del lavoro, Inail, Inps, delle associazioni imprenditoriali e dei sindacati Cgil, Cisl e Uil.

Per affermare una cultura della sicurezza e rafforzare la prevenzione - ha sottolineato Poletti - dobbiamo partire da un lavoro ancora più approfondito di analisi puntuale dei fenomeni, anche rafforzando lo scambio e l’utilizzo condiviso dei dati e delle informazioni di cui dispongono i diversi soggetti preposti all’attività di controllo, in modo da rendere più efficace e produttiva l’attività di informazione per le imprese e i lavoratori, e favorendo il più ampio utilizzo degli incentivi alle imprese per gli investimenti in sicurezza già previsti dall’Inail con specifici bandi. Bisogna anche puntare ad assicurare una maggiore coerenza tra rispetto delle norme ed azioni concrete, ad esempio verificando che la formazione si traduca in effettivo apprendimento per chi la riceve. Senza trascurare la necessità di favorire lo sviluppo e la diffusione di tecnologie innovative che possono determinare una maggiore sicurezza nelle condizioni di lavoro, in particolare l’impiego di sensori per le attività dove maggiore è il rischio di investimento di persone da parte di macchinari mobili, e di droni e robot per le ispezioni di ambienti confinati o sospetti di inquinamento”.

Per quanto riguarda l’efficacia dei controlli, nel corso dell’incontro, oltre a confermare la prossima assunzione di 150 nuovi ispettori che rafforzeranno l’attività dell’Ispettorato, è stata sottolineata la necessità di prevedere un coinvolgimento attivo delle parti sociali, che si potrà realizzare anche con una ripresa dell’attività della Consulta nazionale permanente per la salute e la sicurezza sul lavoro, e di assicurare un maggiore coordinamento delle attività di controllo in capo ad istituzioni diverse per massimizzare l’efficacia degli interventi. In particolare, emerge l’esigenza di assicurare forme di collaborazione con i soggetti, come le Asl, che ricadono nelle competenze delle Regioni: un punto, questo, che sarà affrontato nell’incontro del 19 aprile tra il ministero e i rappresentanti delle Regioni. Infine, sul piano della normativa per la salute e la sicurezza, che viene unanimemente ritenuta in linea con i migliori standard europei, dalla riunione è venuta l’indicazione di procedere ad un esame dei contenuti che meritano una maggiore attenzione per valutare eventuali proposte di modifica di punti specifici, senza però modificarne l’impianto di fondo.

Occorre una strategia nazionale e interdisciplinare contro gli infortuni. Non servono nuove leggi, basta una buona manutenzione di quelle esistenti. Ed è necessario potenziare l'azione di controllo per rendere esigibile la loro applicazione”. È quanto dichiara il segretario confederale della Cgil Franco Martini in seguito all’incontro. “La previsione di assunzione di 150 nuovi ispettori annunciata dal Ministro Poletti - prosegue Martini - va in questa direzione, ma le ispezioni devono essere sempre più mirate, finalizzate a intervenire nei settori e nelle lavorazioni più a rischio, a partire dagli appalti, sui quali non si deve abbassare la guardia”.

Per il dirigente sindacale “costruire una cultura della sicurezza è condizione fondamentale, fin dal percorso scolastico”. Per questo “non si può sperimentare l'alternanza scuola-lavoro senza responsabilizzare tutto il sistema formativo su questo compito” e, al tempo stesso, “la formazione in azienda deve costituire un investimento permanente, in collegamento col ruolo svolto da tutti i livelli istituzionali”. Un intervento indispensabile è poi “mettere ordine nella contrattazione per combattere il dumping fra le aziende, favorendo lo sviluppo della partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori alla gestione delle imprese, soprattutto per quanto riguarda le ricadute sulla condizione di lavoro”. “Per queste ragioni - conclude Martini - la Consulta nazionale permanente deve diventare la sede di una progettazione, della verifica e del monitoraggio costante delle azioni promosse e dei loro effetti concreti”.