Dopo quasi due anni di trattative tra sindacati e Snebi, oggi, 28 settembre, è stato rinnovato il contratto nazionale dei Consorzi di Bonifica e di miglioramento fondiario. Il percorso che ha portato alla firma è stato piuttosto tortuoso. “La crisi economica del nostro Paese e il momento difficile che continuano a vivere i Consorzi di Bonifica, anche alla luce delle scelte riorganizzative già avviate in molte regioni - scrivono Fai Cisl, Flai Cgil e Filbi Uil in una nota -, ha reso non poco complicata la tenuta del tavolo”.

I sindacati, in effetti, hanno indetto più giornate di mobilitazione coinvolgendo i lavoratori “che grazie alla loro significativa partecipazione alle iniziative di sciopero hanno consentito la riapertura e la conclusione delle trattative”.

La componente normativa, ferma al 2010, ha visto numerosi miglioramenti delle attuali norme di legge, soprattutto per quanto concerne il demansionamento. Sono stati inseriti importanti miglioramenti per i lavoratori avventizi, la componente debole del mondo del lavoro.

Per la parte economica, invece, l'accordo prevede una copertura significativa anche dell'anno 2015, in cui scadeva il vecchio contratto, con un aumento del 3,9 per cento e una divisione in tranche che garantirà ad ogni lavoratore dei Consorzi l'erogazione nel quadriennio di un importante montante superiore, per il parametro 132, ai 2.000 euro.

I sindacati esprimono quindi “soddisfazione per il risultato ottenuto”, e sottolineano che questo contratto “dimostra e conferma la centralità della contrattazione nazionale ed al contempo il ruolo fondamentale delle relazioni sindacali in questo settore strategico per la tutela e la salvaguardia del territorio”.