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“Nella giornata di ieri (17 ottobre), le Rsu della divisione Produzione della Rai di Roma hanno aperto le procedure di sciopero a livello territoriale per protestare contro le continue esternalizzazioni e il ricorso selvaggio all’appalto di interi programmi”. Così, in una nota, le segreterie regionali di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl telecomunicazioni, Snater e Libersind Confsal del Lazio. “Queste politiche - continua la nota - stanno depauperando la Rai di uno straordinario patrimonio di conoscenze e professionalità, con pesanti ricadute anche in termini economici per le casse dell’azienda e con l’aggravante che, agli altissimi costi sostenuti per l’acquisto dei programmi, spesso si accompagnano magri ritorni in termini di ascolti, come testimoniano i recentissimi casi di Politics e Nemo, solo per citare due esempi fra i tanti".
"In particolare - sottolineano i sindacati - i prossimi spettacoli di Bollani, prodotti dal gruppo Ballandi, quelli di Roberto Benigni prodotto dalla Melampo e quelli del duo Parisi-Cuccarini, prodotti da Lucio Presta, saranno totalmente in appalto, con una partecipazione minima o nulla del personale Rai, ormai spesso minoritario di fronte alla pletora di consulenze e personale a contratto imposto dalle case di produzione".
"Programmi che potrebbero essere tranquillamente prodotti in house - insistono i sindacati - con forti risparmi e livelli qualitativi di eccellenza, e che invece Rai acquista interamente all’esterno, riducendo se stessa a service delle ditte in appalto a cui si affida. Uno stato di cose che non rappresenta certo un passo in avanti verso la tanto auspicata media company ma che, al contrario, segna un regresso verso una tv sempre più commerciale, che acquista prodotti chiavi in mano dall’esterno e lascia inoperose le proprie risorse interne".
"Per queste ragioni - concludono Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl telecomunicazioni, Snater e Libersind Confsal - oltre a vigilare sugli standard di sicurezza e le tutele contrattuali per i lavoratori in appalto, organizzeremo una capillare opera di sensibilizzazione fra i lavoratori Rai, contro i rischi derivanti da questo progressivo disimpegno dell’azienda dalla produzione dei propri programmi. Una sfida alla giungla degli appalti Rai quindi, che oltre a indebolire la più grande azienda culturale del paese troppo spesso nasconde condizioni di lavoro precarie e prive di diritti per i lavoratori impiegati”.