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Sarà una grande manifestazione nazionale, in difesa dei servizi pubblici e dei settori della conoscenza, l'unico argine a una crisi che impoverisce le persone e aumenta le diseguaglianze". Le categorie dei comparti dei servizi pubblici, della conoscenza e della sicurezza e soccorso di Cgil, Cisl e Uil, per la prima volta insieme, chiamano a raccolta le lavoratrici e i lavoratori: "il prossimo 8 novembre saremo in piazza a Roma, tutti insieme, per sfidare il Governo degli illusionismi e delle divisioni; per chiedere una vera riforma delle Pa, dei comparti della conoscenza, dei servizi pubblici. E per rivendicare il diritto al contratto nazionale di lavoro tanto per i lavoratori pubblici quanto per quelli privati.
Ma la manifestazione promossa dalle categorie del lavoro pubblico di Cgil, Cisl e Uil punta anche a smascherare una serie di bugie e luoghi comuni sul lavoro pubblico. A partire dalla falsa convinzione che in Italia ci siano troppi dipendenti pubblici. "L'Italia ha 58 dipendenti pubblici ogni mille abitanti - spiegano i promotori - pochi più della Germania, che ne ha 54, ma molti meno di Spagna (65), Regno Unito (92), Francia (94) e addirittura meno della metà della Svezia (135)". E poi, negli ultimi 5 anni (2010-2014) la spesa per il personale è scesa di 9 miliardi, mentre la spesa pubblica complessiva è cresciuta di 14.
"Anche il costo del pubblico impiego nel nostro paese (pari al 10,5% del Pil ma destinato a ridursi ulteriormente) è inferiore a quello di molti altri paesi europei come Danimarca, Francia, Svezia e Regno Unito", spiegano ancora Cgil, Cisl e Uil. Per non parlare poi dei pesantissimi tagli al fondo sanitario e alle autonomie locali effettuati negli ultimi anni dai governi che si sono succeduti alla guida del paese.
E mentre il personale si riduce e invecchia - osservano ancora i sindacati del lavoro pubblico - a causa del blocco del turn over, la qualità dei servizi pubblici cala inesorabilmente, a danno, naturalmente, del cittadino. Cresce invece l'offerta del "privato convenzionato" che però pesa di più sulle tasche dell'utente e crea dumping sociale, visto che la differenza di retribuzione tra pubblico e privato (il mondo delle cooperative sociali, soprattutto) arriva fino al 25%.
"Servizi perché servono, pubblici perché di tutti" è lo slogan scelto dai sindacati per la mobilitazione dell'8 novembre, con la quale i sindacati lanceranno una piattaforma di riforma della pubblica amministrazione basata su 7 priorità: riaprire la contrattazione e sbloccare i salari; investire sulle competenze; dare stabilità e certezze al lavoro; una vera riorganizzazione dei servizi, degli enti e dei corpi dello Stato; costi e servizi standard a tutela dell'universalità; basta dumping contrattuale nel privato che offre servizi pubblici, stesso lavoro, stesso diritto stesso salario; valorizzare istruzione e formazione come leve di crescita, fare di università, ricerca e conoscenza i driver dello sviluppo; un sistema della sicurezza avanzato: riorganizzazione, equiparazione delle retribuzioni, valorizzazione delle specificità dei corpi dello stato.