L'occupazione simbolica delle province italiane per protestare contro i tagli previsti nella legge di stabilità è già iniziata. I sindacati l'avevano preannunciata il 16 dicembre scorso, dopo una giornata di presidio a Roma davanti al Senato. Quel sit-in non aveva portato a significative aperture da parte del governo, da quì la scelta di occupare.

“Venerdì 19 occuperemo tutte le sedi provinciali per scongiurare questa sciagura con sit-in davanti alle Regioni affinché difendano i servizi ai cittadini - avevano annunciato Rossana Dettori, Giovanni Faverin e Giovanni Torluccio, rispettivamente segretari Generali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl da Roma -. Non si voltino dall'altra parte e non utilizzino i lavoratori delle Province come merce di scambio. Adesso il Parlamento si riappropri del ruolo che la Costituzione gli riconosce e rimetta mano a questo pasticcio”.

L'occupazione, però, è partita in anticipo. Almeno a Firenze. I dipendenti pubblici della Provincia, infatti, hanno occupato oggi, 18 dicembre, l'aula consiliare di Palazzo Medici Riccardi, in via Cavour. I lavoratori protestano contro la scelta dell'esecutivo che prevede un ridimensionamento del 30% al personale nel passaggio tra vecchie province a città metropolitane e enti di secondo livello. Scenario che a Firenze, stando alla pianta organica dell'aprile 2014, significherebbe "la mobilita' per circa 250 addetti su 850 totali", sottolineano i sindacati.

Per questo i lavoratori, circa 200, in mattinata, dopo essersi riuniti in assemblea hanno votato all'unanimità l'azione forte: "Si tratta- dice Giuseppe Aloi della Rsu e sindacalista della Cgil- di un'assemblea permanente. Un presidio che andrà avanti almeno fino alla mezzanotte di domani, ma potrebbe continuare ad oltranza se la discussione sulla legge di stabilità in Parlamento si protraesse nel tempo. Questo e' il Buon Natale che ci da' il governo Renzi".

La stessa cosa succederà domani, 19 dicembre, a Perugia e Terni. Secondo quanto riporta un comunicato congiunto, Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl umbre “indicono da oggi lo stato di agitazione che si articolerà con una prima assemblea di tutti i lavoratori in contemporanea e proseguirà nelle forme che si riterranno più opportune”.

Stesso copione a Imperia, dove i dipendenti della Provincia occuperanno l’ente a partire da domani mattina, tutti i giorni, senza però dormire all’interno. Oltre all’occupazione nella giornata di sabato ci sarà volantinaggio nel cuore di Oneglia e diversi striscioni saranno appesi fuori dalla Provincia e fuori dalla sede di Piazza Roma.

I sindacati sono pronti a occupare di nuovo la Provincia anche a Forlì, dove domani alle 15.15 i sindacati confederali faranno un presidio di protesta "con occupazione" contro gli esuberi dei dipendenti provinciali (228 a Forli'-Cesena), in concomitanza con il Consiglio provinciale.

Ma la stessa forma di protesta
sarà messa in atto un po' in tutto Italia. Le motivazioni dei sindacati sono state espresse da tempo. “Il riordino territoriale poteva essere il banco di prova del Governo ‘innovatore’. Invece si sta rivelando il suo più clamoroso fallimento”. Avevano detto nei giorni scorsi Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl. La protesta era stata rafforzata dagli emendamenti proposti dal Governo e definiti “inacettabili” dalle federazioni dei dipendenti pubblici di Cgil Cisl e Uil: “c’è buio totale sul riordino delle funzioni, ma in compenso si vedono benissimo i tagli alle risorse (3 mld, da qui al 2017), il caos per i 56.000 lavoratori allo sbando e il divieto di prorogare i 2.500 contratti precari, che equivale a decretare l’impossibilità di garantire i servizi”.