Una richiesta di incontro urgente inoltrata ai gruppi parlamentari, a livello nazionale, insieme a una lettera che le categorie di Cgil, Cisl e Uil del pubblico impiego, a livello regionale, hanno inviato a governatori e candidati presidenti delle regioni al voto.

I sindacati del pubblico impiego rilanciano la mobilitazione dei lavoratori di Province e Città Metropolitane per incalzare governo e regioni, in vista del Consiglio dei ministri di oggi (lunedì) e delle prossime elezioni amministrative. Due iniziative parallele per lanciare un sasso nella palude dell’immobilismo e per un vero processo di riordino che tuteli servizi e professionalità.

Nella lettera ai capigruppo parlamentari si denuncia la situazione fortemente critica in cui versano le Province e le Città Metropolitane. “Il sovrapporsi dei tagli lineari fissati dal Governo con la legge di stabilità 2015 - scrivono le tre sigle - al già avviato riordino delle funzioni provinciali, nonché i ritardi accumulati dal Governo e dalle regioni sull'originario cronoprogramma, stanno cancellando i servizi e compromettendo il mantenimento dei livelli occupazionali e salariali”.

La mobilitazione cresce soprattutto a livello locale: le organizzazioni sindacali sollecitano governatori e candidati alla presidenza delle regioni al voto (Campania, Liguria, Marche, Puglia, Toscana, Umbria e Veneto), ad assumere “cinque impegni per rassicurare i cittadini sulla continuità e sulla qualità dei servizi, per dare una certezza di futuro ai lavoratori e alle loro famiglie”.