Sul disegno di legge che vuole introdurre il processo breve ci sono “forti dubbi di costituzionalità”. Lo sostengono i vertici dell'Associazione nazionale dei magistrati, spiegando in una nota che con le nuove norme “gli unici processi che potranno essere portati a termine saranno quelli nei confronti dei recidivi e quelli relativi ai fatti indicati in un elenco di eccezioni”.

“È impensabile - osservano il presidente Luca Palamara e il segretario Giuseppe Cascini - che il processo per una truffa di milioni di euro nei confronti dell'imputato incensurato si estingua, mentre debba proseguire il processo per una truffa da pochi euro, commessa da una persona gi condannata, magari anni prima, per altro reato”.

Per il sindacato delle toghe “saranno destinati invece ad inevitabile prescrizione tutti i processi per reati gravi, quindi sarà sempre impossibile accertare i fatti”. Così, “truffatori di professione, evasori fiscali, ricettatori, corrotti e pubblici amministratori infedeli, che non abbiano gi riportato una condanna, avranno la certezza dell'impunità. E lo stesso vale per chi sfrutta la prostituzione, responsabile di maltrattamenti in famiglia o di aborti clandestini”.