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Le vie dell’Europa, tra la Germania e l’Italia, si fanno sempre più complicate. Da Berlino, dove il referendum in casa Spd ha dato il via libera alla nuova coalizione e al nuovo governo con la Cancelliera Merkel, si guarda con preoccupazione al cataclisma politico nostrano, e alle conseguenze che può avere per la Ue.
“I risultati che in Germania hanno segnato la recente consultazione politica generale indicano un arretramento consistente del partito della signora Merkel - ricorda Fausto Durante, responsabile delle politiche europee e internazionali della Cgil -. Ed è il risultato elettorale più basso nella storia del Partito socialdemocratico tedesco. Poi c’è l'affermazione di questa nuova forza di destra e autoritaria xenofoba, che si chiama appunto Alternative für Deutschland. La linea neoliberista imposta dalla Grande coalizione (uscente, ndr) e dall'establishment economico e finanziario tedesco non ha avuto la capacità di fermare l'onda della destra che ha interessato anche la Germania”.
“Oggettivamente - commenta Durante a RadioArticolo1 - c’è qualche elemento di novità nell'accordo che gli iscritti alla Spd hanno approvato con il 66% dei consensi. E’ stata una prova di vitalità e di democrazia, perché è stato un referendum molto partecipato, c'è stata una discussione intensa e molto vivace dove sono emerse anche posizioni chiaramente alternative a quelle della direzione del partito. L’elemento di novità è rappresentato dagli accordi che dentro l'intesa per la nuova Grande coalizione riguardano i ministeri più importanti, almeno quelli a proiezione esterna ed economica, che saranno appannaggio del partito socialdemocratico”.
“Per ciò che riguarda l'Europa - prosegue Durante -, l’Spd ha insistito molto sulla discontinuità del nuovo esecutivo rispetto ai precedenti a guida Merkel. Avremo quindi da un lato l'abbandono dell'idea della grande Germania leader e locomotiva dell'economia europea, dall'altro cambiamenti sostanziali rispetto all'impostazione economica e sociale delle politiche e la ripresa di un processo che vede nella Germania e nella Francia, e prima delle elezioni di ieri nell'Italia, i tre motori di partenza per un processo di integrazione”.
Ma il responsabile Cgil nota che “la grande preoccupazione che oggi c'è in Germania per il risultato elettorale di ieri è esattamente questa: che livello di collaborazione e di partecipazione al progetto europeo che Gentiloni aveva assicurato a Merkel e Macron potrà essere garantito da un futuro nuovo governo che fosse eventualmente egemonizzato o comunque pesantemente influenzato dal Movimento 5 stelle o dalla Lega? In questo senso le preoccupazioni sono molto consistenti e ci si aspetta - confidando anche nella saggezza del presidente Mattarella - che l'Italia dia messaggi più rassicuranti di quanti non ne sono venuti nel corso della campagna elettorale”, conclude Durante.