Nell’ormai lontano 25 agosto 1989 l’assassinio del bracciante sudafricano Jerry Masslo nelle campagne di Villa Literno si abbatté sulla cattiva coscienza del nostro paese, sconvolgendone il sottile velo di ipocrisia sotto il quale si continuava a negare – o sottovalutare – lo sfruttamento e nei casi estremi la violenza spesso alla base del nostro benessere di cittadini dell’Occidente benestante. Si può dire che da quel momento nulla fu più come prima, almeno per le coscienze più sensibili: a Roma, con 200.000 persone, si svolse la prima grande manifestazione antirazzista in Italia e la Cgil chiese ottenne per Masslo i funerali di Stato.

Per non dimenticare questo orribile tributo di sangue, la Flai Cgil ha indetto la 2° edizione del premio dedicato al rifugiato sudafricano, che naturalmente si svolgerà a Villa Literno tra il 22 e il 24 ottobre.
“Questa terra è anche la mia terra” è il titolo scelto per l’importante manifestazione che quest’anno è rivolta alle scuole, a scrittori di madrelingua e a studenti universitari e che avrà il suo clou, l’ultimo giorno per la consegna del premio. Queste le categorie in gara tra loro: la migliore tesi di laurea su tematiche relative al lavoro dei migranti e all’integrazione nel tessuto economico e sociale italiano; il miglior elaborato scolastico sui medesimi teme nelle scuole di vario ordine; la miglior poesia, racconto, articolo o servizio videografico sulla quotidianità dei migranti.

Nella densa tre giorni si terranno convegni, incontri, visite guidate ai beni confiscati alla mafia, testimonianze. Oltre al segretario generale della Flai Cgil, Stefania Crogi, interverranno Vera Lamonica e Serena Sorrentino, segretari nazionali Cgil, numerosi sindacalisti, personalità politiche e Thenjiwe E. Mtintso, ambasciatore del Sudafrica in Italia.

Il terribile omicidio, come è noto, fu all’origine della riforma della normativa per il riconoscimento dello status di rifugiato, ma tanta strada resta ancora da fare sul piano dell’integrazione e della difesa dei diritti dei più deboli. Non ultima quella della riforma della legge sulla cittadinanza, che ancora nega il diritto di essere italiani ai bimbi nati nella penisola da genitori stranieri. “Questa terra è anche la mia terra”, come recita lo slogan scelto dalla Flai per il premio, si rivolge anche a loro, pure se non hanno mai sentito parlare di Jerry Masslo e della sua – alla fine inutile – fuga disperata dal Sudafrica dell’apartheid.