Sono morti cadendo da un'altezza di oltre dieci metri. Le vittime sono due operai edili: Giovanni Palmisano, 32 anni, di Locorotondo (Bari), titolare dell'impresa edile, e Angelo D'Aversa, 54 anni, di Statte (Taranto). L'incidente sul lavoro si è verificato oggi (martedì 13 novembre) a Taranto, presso il quartiere Tamburi (in via Galeso), in un edificio di tre piani posto nella periferia nord-occidentale della città. I due operai sono precipitati al suolo da una piattaforma di elevazione, crollata mentre erano impegnati in un lavoro di ristrutturazione di uno stabile. Le condizioni sono subito apparse gravissime, vano è stato il tentativo dei sanitari del 118, subito accorsi sul posto.

Secondo una prima ricostruzione, si è spezzato il braccio che solleva la piattaforma per consentire di intervenire all'altezza del piano di lavoro. Il primo accertamento compiuto dallo Spesal (il servizio dell'Asl che si occupa di sicurezza sul lavoro) avrebbe rilevato che i due operai non indossavano i caschi né erano assicurati al corrimano della piattaforma con le cinture di sicurezza. 

“Siamo stanchi di piangere i nostri morti e di dare le condoglianze alle famiglie di operai la cui unica colpa è il bisogno di lavorare”: è il commento di Alessandro Genovesi, segretario generale della Fillea Cgil: “Come sempre attenderemo le indagini della magistratura ma, qualora fossero confermate le primi informazioni a nostra disposizione, saremmo di fronte a un mix di irregolarità spaventose. Innanzitutto, sembrerebbe che il cestello non fosse stato oggetto di corretta manutenzione e che i due operai fossero privi delle cinture di sicurezza. Inoltre, risulterebbero alcune opacità nel rapporto con la Cassa edile sul fronte della regolarità contributiva. Se tutto ciò rispondesse al vero, sarebbe una ennesima tragica conferma di quella fotografia reale che tante volte abbiamo raccontato e denunciato su una parte del mondo delle costruzioni, dove imprese corrette e che rispettano i contratti e le leggi subiscono la concorrenza di chi sfrutta il lavoro in barba ad ogni minimo livello di decenza e dignità". Per Genovesi "non è più rinviabile l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro, con l’aggravante del lavoro nero. Per questo la legge 199 contro lo sfruttamento deve essere difesa e applicata, per avere giustizia e perché, sia in termini patrimoniali sia di responsabilità individuale, casi come questi non rimangano impuniti”.

La procura di Taranto ha intanto aperto un'inchiesta per stabilire con esattezza la dinamica dell'incidente. I sostituti procuratori Daniela Putignano e Remo Epifani hanno eseguito un primo sopralluogo in via Galeso, teatro del tragico incidente. Dai primi rilievi effettuati dai tecnici dello Spesal, sembrerebbe che le vittime non fossero imbracate con le cinture di sicurezza né che indossassero caschi.