Il comitato “Il nostro tempo è adesso” le reti, le associazioni, i movimenti, le singolarità che avevano organizzato e promosso il percorso di mobilitazione de “La meglio gioventù” scenderanno in piazza il prossimo sabato 16 giugno.

La manifestazione si sarebbe dovuta tenere sabato 26 maggio, ma è stata posticipata per aderire e partecipare al corteo delle studentesse e degli studenti di Brindisi “Io non ho paura”. Il 26 maggio volevamo essere e siamo stati a Brindisi: La meglio gioventù era nel capoluogo pugliese colpito dall’attentato alla scuola Morvillo-Falcone.

“Annunciamo la manifestazione per il 16 giugno – si legge in un comunicato de “La meglio gioventù” – proprio oggi che è stata approvata al Senato con 4 voti di fiducia la riforma del lavoro. Una riforma che truffa e offende i giovani e i precari. Nessuna delle promesse che avevano accompagnato la riforma è stata mantenuta: non c’è stata alcuna riduzione dei contratti precari mentre l’innalzamento delle aliquote per i parasubordinati ne determinerà un impoverimento di fatto; non è stata prevista alcuna estensione dell’indennità di disoccupazione per i precari che si beccano invece la beffa dell’‘una tantum’, un’ammissione di colpevolezza che dice ‘dovrei, ma non voglio’. E l’inganno continua con le dichiarazioni di queste ore”.

“In nome dei giovani – prosegue il comunicato –, il presidente Monti rivendica una riforma che scaraventerà i professionisti con partita Iva in un presente e un futuro di povertà e che lascia soli i circa 4 milioni di precari del nostro paese: per loro, se il contratto scade, nessun reddito né welfare ma solo, per chi può, l’aiuto delle famiglie, anche quelle sempre più povere. Tutto questo in un paese in cui sale al 36 per cento la disoccupazione giovanile (Istat); in cui un ragazzo su 6 cade in povertà quando rimane senza lavoro (Banca d’Italia); in cui più giovani e istruiti lasciano il paese per cercare opportunità altrove e il paese tutto è trascinato nella precarietà e nella povertà: nessuno si salva, né giovani né anziani, né precari né pensionati”.

Il pomeriggio e la sera di sabato 16 giugno, a partire dalle 18.00, i giovani della rete racconteranno dei loro talenti, dei mestieri, della creatività e della vita delle giovani generazioni e del nostro paese ma – prosegue il comunicato – “denunceremo anche la sistematica marginalizzazione e lo sfruttamento proprio di quelle risorse che potrebbero salvare l’Italia e il futuro di tutte e tutti noi. Racconteremo di come le politiche di austerity di questo governo rappresentino un invito alla fuga, ma racconteremo anche che quelle politiche e quell’invito funesto noi lo respingiamo. Restiamo qui, per riprenderci la nostra vita e il nostro paese. L’invito ad andarsene va rivolto non a chi potrebbe salvare l’Italia, ma a chi la sfrutta, la deprime e la impoverisce”.