"Chimica verde" a Porto Torres, una scommessa sulla green economy. Il progetto è ambizioso, quello recentemente annunciato (e presentato questo pomeriggio al ministero dello Sviluppo Economico) per il polo industriale di Porto Torres, a Sassari, da Polimeri Europa (Eni) e Novamont, il gioiellino della chimica verde che ha inventato il Mater-Bi, la plastica biodegradabile con cui si fanno i sacchetti per la spesa e i rifiuti. E' quanto si apprende da una nota diffusa oggi (8 marzo) dalla Filctem Cgil.

La scommessa della nuova “joint venture” è quella di creare un polo chimico che ha l'obiettivo di dare all'Italia la leadership della chimica verde in Europa e nel mondo.

Puntare, insomma, tutto sulla "green economy", avviando un progetto di riconversione produttiva in attività sostenibili del petrolchimico di Porto Torres e prevedendo la realizzazione di nuovi impianti con un investimento di 770 milioni di euro in sei anni che, almeno sulla carta, “segnerebbe – dicono Vincenzo Scudiere  e Alberto Morselli, rispettivamente  segretario confederale Cgil e segretario generale della Filctem-Cgil – il rilancio del polo chimico sardo, con ripercussioni più che positive sull'economia dell'intero territorio, a cominciare proprio dall'occupazione che a regime prevederebbe circa 700 posti di lavoro” (100 in più degli attuali).

"Finalmente l'Eni – proseguono Scudiere e Morselli – dopo le incertezze degli anni scorsi, propone investimenti in nuove produzioni, fatto che, se realizzato, è senz'altro positivo". Cgil e Filctem, che da anni difendono la chimica tradizionale sarda, mostrano attenzione verso le innovazioni di settore, "a patto che non rappresentino il superamento delle produzioni attuali che deriverebbero dalla chiusura del cracking – concludono i due sindacalisti – perché le due produzioni possono assolutamente convivere. Sta all'Eni fugare ogni dubbio, conciliando l'industria chimica verde con lo sviluppo agricolo e il rispetto del territorio".