La sentenza del Tribunale di Siena, grazie alla quale un lavoratore licenziato ingiustamente riavrà il suo posto di lavoro e verrà risarcito dall'azienda del danno subito, non è solo un episodio, l'esito di una vicenda tra tante, ma un evento paradigmatico che tocca il cuore del mondo del lavoro del terziario. Inizia così la presa di posizione della Filcams Cgil.

Un settore, prosegue il sindacato, dove la precarietà rischia di diventare sistema e dove si arriva a disporre cinicamente dei dipendenti, e delle loro vite, con opportunismo e indifferenza, spingendosi a fare un uso paradossale di mezzi illeciti e pretestuosi per tagliare posti di lavoro. Ma non più impunemente, dichiara con chiarezza la sentenza del Giudice del lavoro del Tribunale di Siena.

Pam Panorama non è nuova a pratiche scorrette e il licenziamento di Fabio Giomi non è stato l'unico messo in atto dall'azienda: il sistema sempre lo stesso, con il ricorso a motivazioni messe in scena in modo sfrontato e coercitivo. L'anno che sta finendo per i dipendenti della catena di supermercati era iniziato con la sospensione illegittima di una ventina di lavoratrici e lavoratori, poi rientrata: in quel caso l'azienda li aveva sottoposti a visite mediche per poter emettere un verdetto di presunta inidoneità al lavoro.

Ma la macchina del fango ha continuato il suo cammino, in un moltiplicarsi di sanzioni e sospensioni con motivi diversi, merce esposta in modo non corretto, presunte lamentele della clientela, l'obiettivo sempre lo stesso, tagliare costi e posti di lavoro, operando una selezione discriminatoria, oltre che umiliante nella sua messa in opera.

Quanto è avvenuto all'interno di Pam Panorama, in particolare nell'ultimo anno, si inserisce nel quadro di una grande distribuzione sempre più frammentata, dove sono ormai frequenti chiusure di punti vendita, con conseguente perdita di posti di lavoro, e cessioni a terzi che rendono i dipendenti vulnerabili ed esposti a una revisione al ribasso delle condizioni di lavoro, che passa spesso attraverso il tentativo di rinegoziare la contrattazione integrativa. Proprio in questo paesaggio la sentenza del Tribunale di Siena rappresenta indubbiamente uno spartiacque.

Il lavoratore reintegrato: la vittoria può diventare punto di riferimento

“Sono contentissimo, non solo per me, ma anche per la battaglia sindacale che abbiamo portato avanti - ha commentato Fabio Giomi, il lavoratore reintegrato - sono sicuro che questa vittoria potrà diventare un punto di riferimento per tanti lavoratori”.

Dal momento in cui Fabio Giomi ha scelto di non abbassare la testa e di lottare per avere giustizia non è mai stato solo: la sua è diventata subito una lotta collettiva, patrocinata dal sindacato e portata avanti con decisione e grande impegno, una lotta abbracciata dalle lavoratrici e dai lavoratori del commercio, in una forte coesione che ha condotto all'esito vincente del reintegro.

È da questo punto di vista che la vicenda di Siena si amplia, valica i confini di un luogo di lavoro, di una città, per diventare il generale, necessario e intransigente rifiuto dello sfruttamento e della vessazione, per affermare il valore dei diritti e ribadire che il rispetto è ancora un fondamento irrinunciabile di qualsiasi rapporto di lavoro. Regole che non ammettono anacronistici passi indietro.

Russo, Filcams: un messaggio di speranza per tutti e tutte

“La vicenda di Fabio ci riguarda, tutte e tutti - ha commentato Fabrizio Russo, segretario generale Filcams Cgil - in questa vittoria non c'è solo un posto di lavoro ritrovato, ma un messaggio di speranza: la sopraffazione e la precarietà non sono un destino immutabile, unirci e lottare ci permette di ribaltare la prospettiva e di riscrivere le nostre storie”.

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