I lavoratori del porto di Livorno sono pronti alla mobilitazione generale se non sarà rispettato il patto per il lavoro. È quanto annuncia la Filt Cgil provinciale, perché, “sebbene il porto continui a crescere, gli ex lavoratori della Lucarelli Terminal sono ancora a casa, quelli di Mediterranea Trasporti hanno perso il posto di lavoro e molte aziende, in sede di contrattazione, chiedono la deroga dei diritti sanciti dal contratto nazionale”.

Le notizie che circolano sullo stato di salute in crescita dello scalo livornese si scontrano infatti con una serie di fatti alquanto preoccupanti. Dopo la chiusura della Lucarelli Terminal è arrivata la messa in liquidazione della Mediterranea Trasporti, insieme ad altre situazioni nelle quali le imprese rivendicano accordi in deroga al contratto nazionale, come elemento di concorrenza sleale e al ribasso.

Tutti fattori che, secondo la Filt Cgil, “possono diventare precondizioni della deregolamentazione di un settore che si è mobilitato pesantemente, anche con scioperi nazionali di tutti i porti, per contrastare proprio queste errate valutazioni e proposte”. “I lavoratori che rappresentiamo – continua il sindacato – hanno dimostrato grande compattezza su questi temi, perché, sullo sfondo, vi era e vi sarà sempre l’interesse generale del porto in quanto infrastruttura strategica per il nostro territorio e per l’intera comunità”.

Nel 2012, sindacati, associazioni datoriali e Confindustria, con la supervisione dell’Autorità Portuale, hanno dato vita al “Patto per il lavoro”, una forma di clausola sociale per i lavoratori del porto perdenti posto che non avrebbe dovuto lasciare a casa neanche un lavoratore, ma che in realtà, a oggi, non è stata attivata. 18 lavoratori ex Lucarelli, di fatto, ancora non hanno trovato collocazione in nessun terminal, e oggi si aggiungono anche i lavoratori di Mediterranea.

La Filt chiede quindi di “creare le condizioni affinché le aziende che operano nei porti di Livorno e Piombino rispettino la legge e il contratto unico dei porti e che si faccia garante per il rispetto del Patto per il lavoro e per la ricollocazione dei lavoratori”. Temi fondamentali per i quali i lavoratori del porto potrebbero già essere “disponibili alla mobilitazione”.