Secondo i dati appena diffusi dalla Cgia di Mestre tra 2004 e 2014 la spesa per la sicurezza in Italia ha subìto un taglio del 16%, scendendo da 3 a 2,5 miliardi di euro. A questo vanno aggiunti il blocco del contratto e del turnover, e un progetto di riordino del comparto che ha fatto molto discutere. Di questi temi ha parlato a RadioArticolo1, nel corso di “Italia Parla”, Daniele Tissone, segretario generale del Silp Cgil. 

Nonostante il tema della sicurezza, insieme a quello del lavoro, sia in cima ai pensieri e alle preoccupazioni dei cittadini, ha detto Tissone, “negli ultimi dieci anni sono stati ben sette i tagli che il comparto ha dovuto sopportare e che hanno portato a un depotenziamento dell'operatività delle forze dell'ordine sul territorio. Ci sono meno volanti e meno personale. Non solo: il personale ha un'età media elevatissima, quelli che operano nelle volanti hanno spesso più di 45 anni. Abbiamo un turnover ridotto al 50% e una serie di problematiche legate al mancato potenziamento degli apparati tecnologici e dei mezzi”. 

 

Per il sindacalista, tagliare sulla sicurezza è un errore clamoroso, “soprattutto in questo particolare momento storico nel quale incombe la minaccia del terrorismo internazionale.  Per fronteggiare queste minacce è necessario avere più personale, e personale preparato, ben retribuito. Servono tutte le risorse utili allo svolgimento della nostra peculiare e difficile ma importantissima attività”.

Il problema degli investimenti riguarda il loro aspetto qualitativo: “Bisogna lavorare anche sul piano culturale e sociale. C'è la necessità di non ghettizzare i quartieri periferici in particolar modo quelli delle grandi città. Proprio tra le persone disadattate, scoraggiate e sempre più ai margini della società si trova quella manovalanza nella quale pesca la grande malavita”.
Tissone ha sottolineato anche una recrudescenza del fenomeno mafioso in Sicilia: “L’attentato ad Antoci ci preoccupa molto. Non dobbiamo perdere mai di vista l'altra priorità che ha il nostro paese sul fronte del contrasto alla criminalità organizzata. E cioè fare in modo che le mafie che pervadono sempre in maniera più pervicace il paese anche sul lato finanziario, amministrativo, politico ed economico siano messe sotto sorveglianza sempre più stretta. Per fare questo non bastano operazioni di polizia, ma serve anche la prevenzione e il controllo del territorio. Bisogna, ancora una volta, investire sul piano culturale e sociale. A pesare spesso è proprio la carenza di lavoro e di opportunità per giovani ma anche per chi oggi viene collocato precocemente fuori dal mondo del lavoro”. Tutti questi temi sono infatti “fortemente correlati  a quelli della sicurezza”.

Non va dimenticata, poi, la situazione lavorativa dei poliziotti italiani, che come tutti i lavoratori del settore pubblico hanno il contratto bloccato da 7 anni: “Nonostante questo – ha detto il segretario del Silp – ancora non ci è dato di conoscere la data nella quale potremo sperare di sederci attorno a un tavolo per riaprire la trattativa per il rinnovo.  Il Silp vuole che avvenga nel più breve tempo possibile e con risorse adeguate”. 

Sul tavolo c’è anche la riforma del comparto sicurezza del ministro Madia, che prevede tra l’altro l’abolizione del corpo forestale che verrebbe militarizzato. Per Tissone all’intero settore “servirebbe una maggiore sinergia che permettesse alle forze di polizia di lavorare insieme in maniera organica e efficiente. Invece il decreto Madia affronta questa necessità in un modo sbagliato, con una sorta di spot mediatico. Dicendo cioè che le forze di polizia si riducono da 5 a 4”. “Ma questa operazione non fa altro che portare all'interno di un altro corpo di polizia, per altro a ordinamento militare, il corpo forestale dello stato. Un errore, a cominciare dal versante dei diritti sindacali che in questo modo vengono persi. Si tratta di un arretramento anche rispetto alla legge del 1981 n. 121 che prevedeva con la smilitarizzazione della Polizia di stato un modello civile di sicurezza”. Modello che “questa riforma non attua affatto”.