PERUGIA - Il percorso che la Carta dei diritti universali del lavoro dovrà ancora seguire prima di diventare legge dello Stato italiano è lungo e tutt’altro che scontato. Intanto però si può dire che qualche frutto comincia già a vedersi. Un esempio arriva dalla Saci, azienda della periferia di Perugia che produce detersivi, dove lavorano fianco a fianco operai diretti, con il contratto della chimica, e lavoratori delle cooperative, che operano in appalto all’interno dell’azienda. I primi rappresentati dalla Filctem Cgil, i secondi dalla Filcams.

“Abbiamo organizzato questa assemblea cercando di interpretare lo spirito della Carta – spiega Giovanni Amanti, operaio Saci e sindacalista della Filctem Cgil – perciò oggi ci sono tutti, sia i lavoratori diretti che quelli degli appalti. E questo perché siamo convinti della necessità di estendere i diritti e cancellare le differenze. La ‘medicina’ della riduzione dei diritti come antidoto alla crisi si è rivelata fallimentare”.

Al termine dell’assemblea, tenuta dal segretario confederale della Cgil nazionale, Nino Baseotto, i lavoratori – su proposta di Daniele Suvieri, delegato Filcams della Ducops, cooperativa titolare dell’appalto in Saci – hanno preso la decisione di creare un coordinamento tra Rsu Filctem (diretti) e Filcams (appalti) per potersi rapportare in maniera più forte e incisiva con l’azienda.

“Una decisione che trovo molto coerente con la Carta e con le indicazioni emerse dall’ultima conferenza di organizzazione”, ha sottolineato Baseotto che, dopo aver illustrato gli aspetti salienti della Carta universale, ha risposto ai quesiti posti dall’assemblea proprio sul tema degli appalti, citando l’articolo 91 della Carta che prevede la tutela dei lavoratori in caso di successione negli appalti (“L’appaltatore subentrante ha l’obbligo di assumere i dipendenti già occupati nell’appalto”).

“Dignità e libertà – ha concluso Baseotto – sono le due parole nelle quali è possibile racchiudere il senso della nostra iniziativa, totalmente nuova per il sindacato che di solito non fa leggi, ma contratti. Eppure, proprio per restituire dignità a chiunque lavora e oggi ha diritti negati e per garantire libertà nei luoghi di lavoro, oggi vi chiediamo di votare questa proposta e di impegnarvi poi, affinché il sostegno possa crescere anche fuori dai posti di lavoro”.