Prima in presidio davanti a palazzo Cesaroni, poi dentro l’aula del consiglio regionale riunito in seduta e infine a confronto con la presidente della Regione Catiuscia Marini, con l’assessore allo Sviluppo economico Vincenzo Riommi e con i capigruppo di tutte le forze politiche presenti in Consiglio. Una mattinata intensa quella vissuta oggi dalle lavoratrici di Euroservice, che, affiancate dalla Cgil, hanno “invaso” pacificamente il Parlamentino umbro per far sentire la propria voce e chiedere il supporto delle istituzioni nella loro vertenza per la difesa dell’occupazione.

Sono circa 40 le donne che da mesi si trovano senza stipendio, né ammortizzatori sociali, a seguito della decisione di Nestlè di interrompere il rapporto con la cooperativa che da anni produce le confezioni per i prodotti della fabbrica di San Sisto, confezioni che ora la multinazionale svizzera vorrebbe tornare a produrre in house. “Noi siamo qui oggi per chiedere che la dignità di queste lavoratrici sia rispettata – ha spiegato Vasco Cajarelli, segretario regionale della Cgil – siamo di fronte a un dramma nel dramma generale, visto che queste donne non sono coperte al momento nemmeno dagli ammortizzatori sociali”.

L’assessore Riommi, che domani incontrerà nuovamente Euroservice, ha anteposto al ragionamento sugli ammortizzatori e sull’ipotesi di un “divorzio consensuale” tra Nestlè ed Euroservice, la ricerca di una possibile mediazione: “Nell’ultimo incontro che abbiamo faticosamente organizzato – ha detto Riommi – la multinazionale, obtorto collo, ha lasciato aperto uno spiraglio”. L’ipotesi che la Regione sta tentando di percorrere è quella di chiedere alle parti di accordarsi per un prolungamento del rapporto, che possa consentire a Euroservice di proseguire l’attività per un periodo congruo e nel frattempo di cercare altre commesse al di fuori di Nestlè, anche con il supporto di LegaCoop.