Quarto incontro sulle pensioni domani (martedì 28 giugno) tra governo e sindacati. Un confronto che però “procede lentamente”, come ha sottolineato venerdì scorso il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, ricordando come “siamo ancora all'esame dei vari temi che abbiamo proposto con la nostra piattaforma”. L’esponente sindacale si è augurata di “entrare rapidamente nel vivo delle questioni e che ci sia la disponibilità effettiva di risorse che permettano di cancellare le tante ingiustizie che la legge Monti-Fornero ha introdotto”. L’incontro si tiene a Roma presso la sede del ministero del Lavoro, i temi principali (secondo quanto annunciato dal governo) dovrebbero essere la rivalutazione e il trattamento fiscale delle pensioni.

I sindacati premono per introdurre nell’agenda dei lavori gli argomenti su cui hanno costruito la propria piattaforma: l’adeguatezza delle pensioni future dei giovani e la tutela di quelle in essere; la necessità di dare risposte diverse ai lavoratori precoci, a quelli con 41 anni di contributi, a chi svolge lavori usuranti; la possibilità di ricongiungere i periodi contributivi maturati in gestioni diverse in modo non oneroso; lo sviluppo della previdenza complementare e gli esodati (per i quali si attende l’ottava e ultima salvaguardia). Tutte questioni finora solo sfiorate, coma ha sottolineato Susanna Camusso al termine del terzo incontro (il 23 giugno scorso), affermando che “siamo lontani dal dire che ci sono risposte e soluzioni”.

Da parte del governo, per ora l’unica vera proposta è stata quella dell’Anticipo pensionistico (Ape), con prestito bancario e copertura assicurativa, da erogare attraverso l'Inps, che permetterebbe a chi è a meno di tre anni dalla pensione di vecchiaia di anticipare l’uscita grazie a un “prestito” da restituire in 20 anni. Una misura, ha puntualizzato il ministro Giuliano Poletti nei giorni scorsi, che sarebbe prevista per tutti, quindi anche per i lavoratori del pubblico impiego e gli autonomi. Scopo del provvedimento, ha precisato il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, è quello di “dare libertà di scelta a fine età lavorativa a chi vuole andare in pensione prima del tempo. Si deve però pagare un costo, non per cattiveria, ma affinché tutti possano beneficiare di un sistema pensionistico solido”. Ma la misura ha ancora diversi lati da chiarire: il ruolo delle banche (che potrebbero finanziare l’uscita anticipata), l’eventuale garanzia posta dallo Stato, la consistenza delle rate di ammortamento, i costi per i lavoratori di aziende in ristrutturazione. Sempre sull’Ape, infine, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Tommaso Nannicini (che sta seguendo gli incontri con i sindacati assieme al ministro) ha annunciato l'intenzione del governo di alleggerire il più possibile la rata del “prestito”, in modo da favorire la messa a riposo dei lavoratori.