Anche l'Abruzzo parteciperà alla grande mobilitazione nazionale della Cgil su pensioni e legge di stabilità, promossa per sabato 2 dicembre, intervenendo alla manifestazione di Roma. Il segretario della Cgil regionale, Sandro Del Fattore, ha parlato di "confronto deludente con il governo sul fronte delle pensioni. L'esecutivo si era impegnato a individuare uno strumento proposto dal sindacato come la pensione contribuiva di garanzia che avrebbe dovuto garantire, soprattutto per chi incappa in discontinuità lavorativa, una pensione dignitosa. Strumento dedicato anche ai giovani, che incappano anche loro in una discontinuità lavorativa e contributiva. Ma di questo non c'è traccia nelle scelte e nelle decisioni assunte dal governo".

Del Fattore rimarca che la Cgil aveva anche chiesto "il blocco di cinque mesi, a partire dal 2019, che si andrebbero ad aggiungere all'età del pensionamento, per ridiscutere il meccanismo di funzionamento dell'attesa di vita perché ormai nel nostro sistema previdenziale, con l'aumento periodico dell'attesa di vita, si aumentano i mesi da aggiungere all'età di pensionamento. E il nostro sistema previdenziale è come diventato una rincorsa infinita senza che ci sia un tetto verso l'alto. Questo vuol dire che chi si affaccia oggi sul mercato del lavoro, e incappa in lavori discontinui, andrà in pensione dopo i settant'anni".

Il segretario regionale della Cgil Abruzzo, parlando della situazione pensioni nella regione, ha aggiunto che "Il governo non ha dato alcuna risposta sulla rivalutazione delle pensioni in essa. E questa una ma questione fondamentale perché in Abruzzo le pensioni sono bloccate, e la media delle pensioni in Abruzzo è di 609 euro al mese, senza più un adeguato meccanismo di rivalutazione. Parliamo di pensioni molto basse, che contribuiscono a comprimere i consumi e la domanda interna di una regione come l'Abruzzo, che sta soffrendo anche una fase difficile dal punto di vista economico".