Nel mondo gli stati continuano ad uccidere. Un po' meno, ma continuano a farlo. Sono state almeno 5mila le esecuzioni capitali nel 2011, circa mille in meno rispetto al 2010, quando erano state 5.946, e rispetto al 2009, quando erano state 5.741. Lo afferma il Rapporto annuale di Nessuno tocchi Caino, l'organizzazione che dal 1993 lotta per l'abolizione della pena di morte nel mondo.

La diminuzione – secondo il documento di 19 pagine - è dovuta da un significativo calo delle esecuzioni in Cina che sono passate dalle 5mila del 2010, alle circa 4mila del 2011. Sono poi 155 i paesi che hanno deciso per legge o in pratica di abolire la pena di morte, di questi 99 paesi sono totalmente abolizionisti, 7 gli abolizionisti per i crimini ordinari, 5 sono i paesi che hanno attuato una moratoria delle esecuzioni e 44 sono i paesi abolizionisti di fatto cioè che non eseguono sentenze capitali da almeno dieci anni o che si sono impegnati internazionalmente ad abolire la pena di morte.

Sul gradino più alto del terribile podio dei Paesi boia, però, la Cina si conferma seguita da Iran e Arabia Saudita. I paesi che mantengono la pena di morte, in ogni caso, sono saliti a 43, rispetto ai 42 del 2010 perché il Sudan del Sud si reso indipendente dal Sudan nel luglio 2011 ed ha mantenuto la pena capitale. Tuttavia questa lista si è assottigliata diminuiti durante gli anni: erano 45 nel 2009, 48 nel 2008, 49 nel 2007, 51 nel 2006 e 54 nel 2005.

Nel 2011 e nei primi sei mesi del 2012, non si sono registrate esecuzioni in in Bahrein, Guinea Equatoriale, Libia e Malesia , che le avevano effettuate nel 2010. Viceversa, hanno ripreso le esecuzioni capitali nel 2012 in Afghanistan (2) e Emirati Arabi Uniti (1) nel 2011; Botswana (1) e Giappone (3). E ancora, negli Stati Uniti, nessuno Stato “abolizionista” ha reintrodotto la pena di morte, ma l'Idaho, che non compiva esecuzioni dal 1994, ne ha effettuate due, una nel 2011 e un'altra nel 2012.

Ancora una volta, l'Asia si conferma essere il continente dove si pratica la quasi totalità delle esecuzioni nel mondo. Se stimiamo che in Cina vi sono state circa 4.000 esecuzioni , il dato complessivo del 2011 nel continente asiatico corrisponde ad almeno 4.931 (il 98,6%), in calo rispetto al 2010 quando erano state almeno 5.855. Le Americhe sarebbero un continente praticamente libero dalla pena di morte, se non fosse per gli Stati Uniti, l'unico Paese del continente che ha compiuto esecuzioni 43 nel 2011.

In Africa, nel 2011, la pena di morte è stata eseguita in 4 paesi (erano stati 6 nel 2010) e sono state registrate almeno 24 esecuzioni: Somalia (almeno 11), Sudan (almeno 7), Sudan del Sud (5), Egitto (almeno 1). Nel 2010 le esecuzioni effettuate in tutto il continente erano state almeno 43, nel 2009 almeno 19, come nel 2008 e contro le almeno 26 del 2007 e le 87 del 2006.

In Europa, la Bielorussia continua a costituire l'unica eccezione in un continente altrimenti totalmente libero dalla pena di morte. Nel 2011 due uomini sono stati giustiziati per omicidio e altri due sono stati fucilati nel 2012. Da evidenziare che dei 43 paesi mantenitori della pena di morte, 36 sono paesi dittatoriali, illiberali e in 17 di questi nel 2011 sono state compiute almeno 4.952 esecuzioni, cioé il 99% del totale mondiale. E molti di questi paesi non forniscono statistiche ufficiali sulla pratica della pena di morte perché coperta dal segreto di stato, perciò il numero delle esecuzioni potrebbe essere molto più alto.