Sarà Parma la capitale italiana della cultura 2020. La designazione è stata effettuata dalla giuria presieduta da Stefano Baia Curioni ed annunciata dal ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, in un incontro con la stampa al Mibact. Erano dieci le città finaliste: oltre a Parma, Agrigento, Bitonto, Casale Monferrato, Macerata, Merano, Nuoro, Piacenza, Reggio Emilia e Treviso. 

"Apprendiamo con grande soddisfazione la notizia. Riteniamo che questo fatto sia di enorme importanza anche per il mondo del lavoro". E' quanto afferma Massimo Bussandri, segretario generale Cgil Parma: "Auspichiamo infatti che le risorse economiche messe a disposizione dal Ministero e il ritorno di immagine facciano da volano per attrarre ulteriori investimenti che possano creare nuovo slancio occupazionale a Parma e provincia".

"La cultura - prosegue il dirigente sindacale -, in un Paese come il nostro che ne è così ricco, è uno dei filoni di nuova e buona occupazione da tempo suggeriti nelle proposte politiche ed economiche della Cgil, e ci impegneremo affinché il nostro territorio possa confermare la bontà di questa visione. Non solo. Parma capitale della cultura potrà essere anche l’occasione per far conoscere l’apporto fondamentale che il lavoro e il movimento operaio hanno dato alla cultura di questo Paese".

Un milione di euro che ogni anno il Governo mette in palio per stimolare le amministrazioni a perseguire un modello di sviluppo sostenibile che vede la cultura al centro della crescita sociale, economica e civile del territorio attraverso il coinvolgimento delle realtà pubbliche e private. Dopo Cagliari, Lecce, Ravenna, Siena e Perugia-Assisi, Capitali Italiane della Cultura ex aequo nel 2015, è stato il turno di Mantova nel 2016 e di Pistoia nel 2017, mentre per il 2018 il titolo è stato attribuito a Palermo.

In ogni sua edizione la capitale italiana della cultura ha dimostrato di dar vita a uno sviluppo armonioso della realtà urbana puntando sul proprio patrimonio storico, artistico e architettonico, sulle esperienze associative, sulla capacità di unire energie pubbliche e private, sul coinvolgimento dell'intera cittadinanza nella preparazione del dossier di candidatura e nella sua realizzazione.