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Il tetto cosiddetto “tetto di cristallo” nel nostro paese si fa sempre più spesso, e in tema di apri opportunità scivoliamo sempre più indietro nella classifica mondiale. L'Italia, infatti, perde ben sei posizioni nella classifica annuale del 'gender gap' e, in tema di pari diritti uomo-donna, si fa superare dal Kenya, che balza in 72esima posizione dalla 99esima dello scorso anno, ma anche da Brasile, Colombia e Vietnam.
E' quanto emerge dall'ultimo rapporto 2012 del World Economic Forum "Global Gender Gap" che piazza l'Italia in ottantesima posizione e, anche quest'anno, premia come campioni di pari opportunità i paesi del Nord Europa: l'Islanda, in un indiscusso primo posto, seguita da Finlandia, Norvegia, Svezia e Irlanda.
Ottantesima in classifica l'Italia continua a perdere colpi dal 74esimo posto del 2011 e 2010, il 72esimo del 2009 e addirittura il 67esimo posto raggiunto con un balzo in avanti nel 2008, e torna alle posizioni di cinque anni fa, quando nel 2007 era addirittura 84esima.
"Le maggiori perdite del Paese - scrive il rapporto che prende in analisi la situazione uomo-donna in 135 paesi in termini di partecipazione economica e politica, aspettative di vita e uguaglianza retributiva - sono proprio nel gap salari per stessi lavori (126esimo posto) e in termini di opportunità e partecipazione economica, settore in cui l'Italia si colloca solo al 101esimo posto, ultima quasi in assoluto tra tutti i paesi industrializzati, superata in peggiore performance solo dal Giappone (102) e da Malta (109).
Solo nel campo dell'istruzione l'Italia risale un po' la classifica, al 65esimo posto. Ma anche qui solo il 36% delle insegnanti è del terziario mentre è del 95% la presenza femminile nelle scuole elementari.
Per quanto riguarda la spartizione del potere politico l'Italia è in 71esima posizione, ma con piu' donne in Parlamento che in posizioni ministeriali. Da segnalare il primato negativo di Yemen, Pakistan, Chad e Siria, paesi fanalini di coda in tema di uguaglianza uomo donna. Mentre singolare è il primato della Mongolia nelle opportunità nel settore economico, così come quello dell'Australia nell'uguaglianza nel settore istruzione.