Giovedì 19 aprile i ballerini del Teatro Massimo di Palermo leggeranno un comunicato in sala alla prima del Don Chisciotte e danzeranno sulla scalinata in segno di protesta anche durante le repliche delle serate successive. “Troviamo scandaloso che un corpo di ballo resti fermo, pur se pagato, e che si inviti una compagnia di fuori, da Kiev, esautorando del tutto i ballerini palermitani, che erano previsti invece nell’allestimento del Don Chisciotte dell’Opera di Roma”.

Il timore, ben sintetizzato dalle parole del segretario della Slc di Palermo Maurizio Rosso, è che “questa fondazione possa diventare contenitore per compagnie di giro. Non riusciamo a capire la politica e la logica di tutto ciò. Ci associamo all’appello fatto da Carla Fracci, che ha chiesto a Napolitano di salvare il balletto italiano dai tentativi di smantellamento di teatri e fondazioni. Non si comprende come in Italia si possa voler eliminare un settore che ha espresso eccellenze nel mondo come la Fracci e Roberto Bolle”.

La Slc Cgil annuncia che si opporrà in tutte le sedi istituzionali e politiche “contro questa barbarie”. “Si troncano i sogni di migliaia di giovani danzatori siciliani che sono costretti a emigrare, come tutti i nostri cervelli e artisti – aggiunge Rosso –. Contrasteremo questo management, la direzione e il direttore del ballo, che ha visto durante il suo mandato estinguersi quasi completamente il corpo di ballo stabile del Teatro Massimo, non adottando nessuna politica di reintegrazione”.