Due ore di sciopero oggi (martedì 25 luglio) al petrolchimico di Ferrara per protestare contro il gravissimo infortunio sul lavoro che ha coinvolto nella mattinata di lunedì 24 un operaio di 53 anni. Lo stop è di due ore per ogni turno, per le ore 15 Cgil, Cisl e Uil cittadine hanno convocato (presso la mensa) un’assemblea generale dei lavoratori di tutte le imprese che operano nel polo produttivo.

Emanuele Minuzzo, addetto specializzato per la ditta appaltatrice Rivetti Elettrimpianti di Bollate (Milano), è rimasto folgorato dall’alta tensione all’interno di una cabina elettrica nel cantiere in costruzione del nuovo impianto Gp27 di Versalis. I sanitari hanno riscontrato ustioni di secondo e terzo grado in tutto il corpo, attualmente è in prognosi riservata nel reparto di Rianimazione dell’Ospedale Maggiore di Bologna. Sulle cause dell’incidente la Procura ha aperto un’indagine sulla base dei primi rilievi effettuati dai Carabinieri e dagli ispettori di Medicina del lavoro.

“È l'ultimo di una lunga serie d'incidenti che si sono succeduti all'interno del polo chimico” spiegano i sindacati. Cgil, Cisl e Uil denunciano “l'inadeguatezza dei sistemi di prevenzione in uso” e richiamano le aziende e le organizzazioni datoriali “a non sottrarsi alle proprie responsabilità e a rispettare gli impegni assunto solo un anno fa a definire l'accordo quadro sul petrolchimico”.

I sindacati, anzitutto, rivendicano “la centralità del tema della sicurezza e della prevenzione, che veda il coinvolgimento in ogni momento delle attività, sin dalla verifica delle autorizzazioni preliminari all'avvio dei lavori, dei Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza”. Chiedono poi l'istituzione dell’Rls di sito produttivo, che “garantirebbe la copertura sindacale e la tutela per tutti i lavoratori, come nel caso del cantiere ferrarese di Rivetti, che non vede l'elezione da parte dei lavoratori di un proprio rappresentante sindacale per la sicurezza”. Inoltre, sollecitano “regole certe nella gestione delle attività di appalto, i cui lavoratori coinvolti versano in una condizione di minor tutela e maggiore insicurezza”.

In questo scenario, concludono i sindacati, non è indifferente “che l’infortunio sia avvenuto presso il cantiere che sta ultimando gli interventi per la realizzazione del nuovo impianto frutto degli investimenti di Eni”. Un investimento “tanto importante e valorizzato anche dal livello istituzionale, che però vede un muro impenetrabile rispetto alle conoscenze di come vengono realizzati i lavori e dove è azzerata la partecipazione dei lavoratori e delle loro rappresentanze”.