Da circa un anno non mi recavo alla Serit, l’Agenzia per la riscossione dei tributi in Sicilia, sita in Via V. Orsini a Palermo, ma con l’entrata al pubblico, o meglio per chi ha conti in sospeso con lo Stato o con le sue diverse Istituzioni, si trova in Via E. Albanese, a due passi dall’Ucciardone, il tristemente noto carcere dove non pochi mafiosi vi trascorrevano lunghi anni o tutta la vita, tranne a bere caffè di tipo speciale. Lì di fronte, ogni mattina pazientemente, numerosi parenti di detenuti aspettano, con qualsiasi tempo, il turno per portare conforto ai parenti che ci si trovano ospiti costretti, non come nel vicino UcciardHome, un albergo a quattro stelle che con un gioco di consonanti, ironicamente fa il verso alla fortezza borbonica.

C’è sempre, però, di fronte alla Serit un turno molto più sostanzioso, già alle prime ore dell’alba si crea ordinato con una lista spontanea. Oggi e già da diversi anni, la riscossione dei tributi siciliani, precedentemente gestita dai fratelli Salvo, è affidata alla Montepaschi, anche se entrando in questi locali, la memoria di quei tempi è difficile cancellare . E' l'attività in sè che riporta alla mente quei tempi a dir poco, nefasti; se non paghi quanto devi, infatti, non vieni "sparato", ma la persecuzione è tale che si perde il sonno e nella peggiore delle ipotesi anche la casa.

Però, tengo a sottolineare, che questo avviene nel rispetto assoluto di tutte le leggi e normative vigenti. E così se un poveraccio, in un momento di buio della ragione e della speranza, decide per il suicidio, le leggi, che gli imputavano di onorare tutti i debiti, in pochi anni automaticamente ed elettronicamente moltiplicati anche per dieci volte, sono tutte vigenti e aggiornate. Il carcere e la Serit, due posti dai quali è meglio stare alla larga, sarà un caso, ma si trovano a pochi metri l'uno dall'altro.

Devo dire che l’ultima volta che mi sono recato in questi uffici, oggi luminosi ed accoglienti, era l’inizio di settembre del 2009, e non è stato difficile esserci alle sei e mezzo del mattino, pedalando per le strade semideserte della città appena sfiorata dai primi raggi del sole, che a quell’ora d'estate fa di Palermo uno dei luoghi più belli del mondo. Poi il sole si alza, la gente pure, così le auto, e il miracolo scompare. Non ci crederete ma è proprio un miracolo, Palermo in quel momento è come trasfigurata, lo so, succede anche ad altre città, ma la luce della Sicilia è unica e irripetibile, tant’è che anche un artista come Piero Guccione, su questa luce, costruisce da sempre la sua poetica pittorica.

Stavolta sono arrivato circa alle otto e mezzo, il grande portone di legno dove chi arriva prima affigge il foglio per turno era già aperto e circa cento persone erano entrate. Io ho avuto il 137 e alle 12,15 questo numero è apparso accompagnato da un forte bip, nel grande display che regola il turno. Alla sala con circa dieci casse e altrettanti cassieri, si accede da due passaggi tipo banca, di quelli cilindrici con le porte girevoli, dopo che uno dei vigilanti armati e forniti di giubbetto antiproiettile ha controllato il tuo numero; i furbi, purtroppo, ci sono anche tra gli “iscritti a ruolo”.

Avevo con me la cartella di pagamento e lo sgravio che mi era stato riconosciuto dall’ Ufficio delle Entrate; nel 2007, ho preferito rateizzare le tasse che ammontavano a circa 7.500 euro, per un utile di 19.000. Direte voi me ne rimenavano 11.500. Però se considerate che altri 2.900 sono per l’Inps, circa 1.000 per l’Inail, 500 per l’Ici , 800 per la Tarsu e non mancano mai sanzioni per ritardati pagamenti o sviste diverse, non è che rimanga granché. Non è questo il punto, ma il fatto che di quelle cinque rate, ne ho pagate solo tre, per le altre non avevo più soldi, già la crisi cominciava a farsi sentire e così ho dovuto chiedere un prestito, di quelli agevolati, per cui la Regione Sicilia dovrebbe intervenire sugli interessi. Poi li rimborsa a data da stabilirsi, intanto vanno anticipati, così come il deposito cauzionale del 4% che tutti i Confidi dovrebbero trattenere sino a estinzione del debito, ma che ancora dopo un anno, non ho ricevuto, per un altro mutuo già estinto nel 2009.

E non è neanche questo il punto, perché a marzo 2008 l’Agenzia delle Entrate ovviamente reclama le rate non pagate, sono circa 2.500 euro comprensive del 10% di sanzione. Chiedo la dilazione e mi vengono accordate 6 rate da versare trimestralmente e puntualmente. Solo la quarta che scade a marzo 2010, per dimenticanza, pago con una settimana di ritardo, a maggio la quinta e ad agosto l'ultima. Il 17 settembre mi è stata notificata una cartella di circa 1.200 euro, che porto alla consulente perché è talmente complessa che va decifrata da un professionista. Il "mio" è un ottimo studio di consulenza e anche se conduco una microimpresa, è difficile farne a meno; così si risale al fatto. Scopro, che quell'unica rata di circa 420 euro versata in ritardo, annulla il beneficio della sanzione ridotta al 10% , che così scatta automaticamente al 30%, dell' importo totale, e non sulla rata del ritardo, per una differenza di circa 360 euro. Invece l’Agenzia Delle Entrate, tramite la Serit, iscrive a ruolo anche le due rate successive, di maggio e agosto, sebbene pagate puntualmente.

Mi chiedo perché: Sarà una distrazione? Non è arrivato il versamento? Un disguido? Devo dire che a giudicare dagli Uffici e dalla quantità di addetti, non dovrebbe sfuggire nulla, la Serit è una di quelle macchine talmente perfette che ti mette in mora anche per 25 centesimi, più sanzioni, bolli, interessi, spese di notifica, compensi di riscossione e altri oneri e accessori; come non vedere ciò che è già pagato? E non c’è nemmeno da pensare male a riguardo, che versando tutto online tramite banca, le ricevute, è impossibile perderle, tutto si può rintracciare, non sono bollettini postali che si perdevano e accadeva di fare due volte lo stesso versamento.
Penso che non esista nessun rispetto per il cittadino comune che non può rischiare di sbagliare, non ha nessuno scudo fiscale e nessuna legge “ad personam” che lo difenda, così anche fosse stato un sol giorno di ritardo e non sette, mi sono costati 382 euro, mezza giornata di lavoro persa, e altri 20 euro per il servizio straordinario dello studio di consulenza. Pensate a tutti gli errori dell’Inps, dell’Agenzia delle Entrate della Serit, Equitalia ecc., moltiplicate e immaginate quanto tempo e soldi buttano al vento. Per tutto ciò nessuno di questi enti paga nulla, anzi forse ci guadagnano.

Sino a quando saremo capaci di sopportare forme di vessazione simili, oggi che sempre meno sono le ragioni per continuare a condurre in questo nostro bel paese, una micro, piccola o media impresa ? E poi, non avrebbero potuto rispedirmi la cartella esattoriale corretta così da poterla pagare tranquillamente online, senza stare quattr’ore in fila? Si parla di Wi-Fi libero, ma sembra che il verbo semplificare, non voglia realmente esistere, tranne che come slogan, nel vocabolario della pubblica amministrazione!

R. Alabiso www.artigianauti.com