“C'è un evidente paradosso: da una parte, tutti riconoscono l'illegalità come cappio al collo per le prospettive di sviluppo e l’occupazione e, dall'altro, viene inserita nel Pil come un elemento che fa crescere la ricchezza”. A parlare è Luciano Silvestri, responsabile legalità e sicurezza della Cgil nazionale, a margine della presentazione della campagna “Legalità: una svolta per tutte”, che si è tenuta oggi (11 settembre) a Roma. La nuova iniziativa del sindacato di corso d’Italia – un “viaggio della legalità” che partirà il 27 ottobre da Milano per attraversare tutta la penisola – è basata su tre proposte: lotta alla criminalità organizzata, contrasto all'evasione, regole sul sistema degli appalti.

Un contesto in cui proprio non si incastra la rivalutazione effettuata dall’Istat a seguito dei cambiamenti introdotti dal Sec 2010 al sistema di misurazione dei conti pubblici. “Allora – si chiede Silvestri – un poliziotto, un finanziere o un giudice che contrasta il traffico di droga, fa bene o male al paese? Secondo il nuovo Pil elimina una fonte di ricchezza, davvero un paradosso”. E poi ci sono i numeri dell’Ue: “La corruzione pesa sulle casse dello Stato italiano per 60 miliardi l'anno. Senza contare il messaggio sociale, culturale e politico sbagliato e devastante”. Con la sua campagna, la Cgil “vuole operare per eliminare gli aspetti illegali che consideriamo negativi per i diritti, la tenuta democratica e la situazione economica – conclude Silvestri –. È difficile attirare investimenti stranieri senza certezza delle regole e con una pressione malavitosa che nega le possibilità di sviluppo”.