Nuova protesta oggi a Genova, presso la rotonda stradale di Fegino, dei lavoratori edili impiegati nei cantieri per il potenziamento del Nodo ferroviario. A motivare la mobilitazione, indetta da Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil territoriali, l’annuncio da parte del Consorzio Fergen (formato da Cmb, Unieco e Clf), reso pubblico la scorsa settimana, di procedere al licenziamento dei 100 dipendenti, che dovrebbe avvenire nella prima metà di dicembre. I lavori del Nodo ferroviario fanno parte del potenziamento infrastrutturale Genova Voltri-Brignole e hanno l’obiettivo di separare i flussi di traffico passeggeri e merci a lunga percorrenza da quello metropolitano regionale.

I lavori, fermi ormai da tre mesi, sono ora a rischio chiusura a causa della probabile rescissione del contratto tra Italferr e il Consorzio che si era aggiudicato l'appalto nel 2009, vincendo la gara con un ribasso molto consistente (pari al 25,7 per cento della base d’asta). Il cantiere, finanziato con 622 milioni di euro (suddiviso in quattro lotti) e inserito nel Patto per Genova firmato sabato 26 dal governo nazionale, è in grande ritardo: secondo i piani avrebbe dovuto essere completato nell’aprile scorso, attualmente la sua realizzazione non ha superato il 40 per cento di quanto previsto.

La protesta odierna segue quella di ieri (martedì 29 novembre) presso le sedi della Regione Liguria e del Comune di Genova. Entrambi i Consigli delle due istituzioni hanno approvato all'unanimità ordini del giorno a sostegno dei lavoratori (che, tra l’altro, sono attualmente in cassa integrazione ordinaria a causa dell'assenza di aree per lo smaltimento dei detriti). Fillea, Filca e Feneal chiedono, anzitutto, garanzie sulla prosecuzione dell'opera. Qualora il contratto tra Italferr e Fergen venisse rescisso, i sindacati chiedono di non indire una nuova gara, ma di far subentrare al Consorzio una delle imprese concorrenti nel 2009, allo scopo di riprendere subito l’attività, purché la nuova azienda reimpieghi i cento lavoratori.