Nell'Italia delle fabbriche in crisi c’è anche un caso particolare, che investe questioni etiche e morali non da poco. La Rwm di Domusnovas (Sud Sardegna), azienda produttrice di esplosivi del gruppo tedesco Rheinmetall, è in grande difficoltà in seguito alla sospensione per 18 mesi, deliberata dal Consiglio dei ministri il 29 luglio scorso, delle licenze di esportazioni di armi verso l’Arabia Saudita (principale cliente dell’azienda) e gli Emirati Arabi Uniti, paesi coinvolti nella guerra nello Yemen. Sono complessivamente 160 i lavoratori (su 350 totali), tutti con contratti a termine, che sono tornati a casa senza prospettive, e anche per gli altri la preoccupazione è altissima.

Per oggi (martedì 3 dicembre) è prevista una riunione a Cagliari del tavolo di crisi convocato presso la Regione Sardegna (alle ore 10), cui partecipano azienda, sindacati, assessori al Lavoro e all'Industria. Un incontro atteso da mesi, visto che l’ultima riunione risale addirittura al 18 settembre. Una piccola buona notizia l’ha data nei giorni scorsi l’amministratore delegato Fabio Sgarzi, annunciando che la Rwm non ha intenzione di operare altre riduzioni di personale entro il prossimo gennaio, e che, anzi, tra dicembre e gennaio “procederà a circa 20 assunzioni provvisorie negli stabilimenti di Domusnovas e Ghedi, pescando dalla lista dei 130 dipendenti già fermati in questo ultimo periodo”.

Nel luglio scorso era stato sempre l’amministratore delegato Fabio Sgarzi a parlare di 200 esuberi, quindi la frenata sull'emorragia di posti di lavoro viene accolta con favore. “Salvare delle buste paga, anche se a tempo, è sempre positivo, ma la riduzione del personale è solo rimandata”, commenta il segretario generale della Filctem Cgil territoriale Emanuele Madeddu, ricordando come la situazione rimanga complessa. L’esponente sindacale, in conclusione, rimarca la necessità che la Rwm “faccia chiarezza sul futuro che si prospetta per lo stabilimento”, invitando tutti gli attori della vertenza a trovare “strumenti finalizzati a sostenere occupazione e reddito dei lavoratori già espulsi”.

(mt)