"Fin dall'inizio di questa profonda crisi, abbiamo detto che il nostro obiettivo era di garantire la continuazione di più occupazione possibile nel territorio. L'abbiamo fatto attraverso centinaia di accordi, spesso sofferti, qualche volte innovativi. Oggi, a distanza di sette anni, di fronte a una situazione che non ha mutato orizzonte, stiamo sempre lottando fra mille difficoltà per raggiungere quel risultato, se così può essere definito. La crisi nella crisi che ha attraversato e sta attraversando la città, forse non ha ancora disvelato tutta la sua potenzialità negativa". Così la Cgil di Siena, in una nota.

"Alcune cose dipendono soprattutto dal contesto generale, a cui si somma un’arretratezza endemica del nostro sistema produttivo e infrastrutturale. Altre, sono figlie essenzialmente degli errori che sono stati commessi dalla nostra comunità. So che citare alcune cose significa fare torto a tante altre sofferenze che stiamo pagando, che stanno pagando centinaia, migliaia di lavoratori e lavoratrici, di giovani, sempre più in cerca di occupazione e di futuro", prosegue il comunicato sindacale.

"Tuttavia, credo sia inammissibile che oggi sulla vicenda del Monte dei Paschi la comunità locale, a partire dalle istituzioni che non sono solo il Comune, siano assenti. Se oggi, purtroppo, il problema, come abbiamo sempre sostenuto, è mantenere anche a Siena più occupazione possibile, e con essa prospettive di rilancio, a partire dal mantenimento della direzione generale, del centro di calcolo, della sede della banca sul territorio, qual'è la soluzione migliore da adottare? Chi ne parla? Dove e soprattutto perché non ne parla con chi ci lavora? Neanche la politica, oggi imperante in Italia, nega il confronto aziendale con i lavoratori e le loro organizzazioni sindacali. Dov'è il territorio? Chi lo deve rappresentare?", si chiede la Cgil locale.

"La stessa cosa vale per la vicenda di Siena Biotech. Quei 51 lavoratori, che stanno per perdere il posto di lavoro, devono continuare ad apprendere dalla stampa del loro destino? La Regione Toscana sta lavorando per cercare soluzioni dignitose, ma questa comunità sa essere solo sorda e afona? Non riesce a farsi carico della sorte di queste persone, dopo averne compromesso i sogni e le aspettative ed aver accettato che con un colpo di spugna si cancellasse un'eccellenza?", si domanda ancora il sindacato.

"Nel mentre si trascinano avanti queste drammatiche situazioni, si continuano a minare le condizioni di lavoro, non solo con il Jobs act, ma anche attraverso appalti al massimo ribasso e, anche in questa provincia, ribassi di oltre il 40% in meno del valore di aggiudicazione di un'opera rispetto al prezzo base. Tante domande e tanti problemi a cui la Cgil risponde con una certezza, quella di sempre: non ci arrendiamo e continueremo a lavorare per un mondo e un territorio migliore", conclude la nota della Cgil.