"Ottimismo e fiducia nel futuro, percezione di essere entrati in un circuito di crescita, non facile, né senza ostacoli, ma progressivo. Un ottimismo che quasi sorprende, data la situazione di crisi economica e sociale che attraversa il nostro Paese, ma anche una predisposizione d'animo comprensibile alla luce dell'investimento che gli immigrati hanno fatto decidendo di lasciare il proprio Paese per venire a cercare fortuna nel nostro". E' il Censis, nel Rapporto sulla situazione sociale del Paese 2011, a ricordare che da una recente indagine "emerge con chiarezza che per gli immigrati vivere in Italia è una scelta di vita solida e soddisfacente: il 54% ritiene che l'Italia sia uno dei Paesi al mondo in cui si vive meglio e il 72,4% pensa che da qui a dieci anni non lascerà il nostro Paese".

"La stabilità del progetto migratorio e la volontà di rimanere migliorando progressivamente la propria condizione sono confermate anche dalle previsioni di effettuare investimenti economici importanti, come l'acquisto o la ristrutturazione di una casa, previsti rispettivamente dal 45,8% e dal 16,4% del totale. Lo studio -prosegue il Censis- viene visto dagli immigrati come lo strumento più importante per garantire un percorso di crescita ai giovani: il 98,4% degli immigrati fara' studiare i propri figli". "Solo il 19,9% pensa che studieranno il minimo indispensabile (la quota è del 29,5% tra gli italiani), mentre il 75,8% vorrebbe che prendessero una laurea (a fronte del 64,5% degli italiani): strumento di riscatto sociale e, per i genitori stranieri, garanzia di un lavoro meno umile rispetto a quello che molti di loro si sono adattati a svolgere. In ogni caso, ben il 74,2% dei genitori immigrati (a fronte del 40,6% dei genitori italiani) è convinto che i figli riusciranno a trovare la propria strada e a conquistare condizioni di vita migliori rispetto a quelle da loro vissute".