PHOTO
Il 1° gennaio 2018 è entrata in vigore in Italia la Mifid2 (acronimo di Market in financial instruments directive), direttiva europea che fissa nuove regole di produzione e commercializzazione di prodotti finanziari. Può sembrare un argomento per soli addetti ai lavori, ovvero lavoratrici e lavoratori del settore credito e assicurazioni (banche, Sim, operatori e consulenti finanziari), ma nella realtà questa normativa può e deve interessare anche i clienti e le associazioni dei consumatori.
La Mifid2 fa seguito alla prima Mifid, entrata in vigore in Italia nel 2004, che già stabiliva l’obbligo di classificare il cliente in base alla sua propensione al rischio, con il conseguente divieto di vendita di prodotti finanziari speculativi ad alto rischio ai clienti prudenti, generalmente piccoli risparmiatori. La nuova Mifid2 stabilisce regole ancor più stringenti sulle modalità di vendita e la professionalità degli addetti. Dalle note vicende delle banche fallite è emerso quanto politiche commerciali aggressive esponessero al rischio i risparmiatori, attuate tramite continue forzature ai divieti della vecchia Mifid.
La Fisac Cgil ha sempre denunciato le intollerabili pressioni commerciali a cui venivano e vengono ancora sottoposti i gestori alle vendite, e con fatica si è ottenuto sia nel ccnl Abi che nei contratti di secondo livello dei principali gruppi bancari l’inserimento di alcune norme che tentano di porre un argine al fenomeno che ha lanciato i bancari in testa alla classifica dello stress da lavoro.
Oggi esiste uno strumento di legge che, se ben esercitato, può essere d’aiuto a lavoratori e risparmiatori. Le banche sono partite in colpevole ritardo con gli obblighi di legge e già si registrano purtroppo tentativi di aggiramento dei paletti, in quanto la nuova normativa viene considerata più un intralcio burocratico che una reciproca tutela alla vendita corretta e responsabile. Una tendenza è quindi quella di oscurare e presentarla come l’ennesimo orpello burocratico.
Sarebbe opportuno, invece, che se ne parlasse di più, perché la Mifid2 può essere un’opportunità per avvicinare produttori (di prodotti finanziari), venditori (banche e altri operatori di mercato) e consumatori (risparmiatori). In altre parole, la corretta applicazione della Mifid2 può rappresentare uno strumento per conciliare l’interesse professionale del lavoratore di vendere il prodotto giusto al cliente senza subire indebite pressioni, e l’interesse del cliente di ricevere un trattamento professionale, trasparente e rispondente alle sue esigenze.
A dispetto delle apparenze, anche le banche potrebbero trarne vantaggio, ma necessariamente cambiando la visione prospettica. Debbono cioè superare la miope e ingorda visione del profitto immediato per avviarsi sulla strada di una più lungimirante e corretta finanza, recuperando così una credibilità perduta da molto tempo.