"In questi giorni, nella totale assenza di dibattito pubblico, confinato in una discussione per addetti ai lavori, la presidenza del Consiglio sta avallando un accordo che consentirebbe a Telecom Italia di entrare, come azionista di maggioranza, nel capitale di Metroweb". Lo denuncia in una nota Roberta Turi, segretaria nazionale Fiom-Cgil.

"Metroweb – società in buona parte pubblica, visto che il 46,2% è del Fondo strategico italiano della Cassa depositi e prestiti e il resto di F2i, partecipato al 16,2% sempre da Cdp – realizzerà nei prossimi anni la rete a larghissima banda del paese, portando la fibra ottica nelle case dei cittadini - sottolinea Turi - Si cancellerebbe così, con un colpo di spugna, qualsiasi idea di controllo pubblico della rete, di cui si stava discutendo da anni e che anche il presidente del consiglio Renzi aveva sostenuto, e si consegnerebbe a Telecom Italia il monopolio della rete a banda ultralarga".

Secondo la segretaria Fiom "è sconcertante che dopo aver privatizzato Telecom Italia e averla consegnata ai 'capitani coraggiosi' che l'hanno spolpata producendo danni a non finire sullo stato della rete in rame e sulla filiera produttiva, che negli ultimi vent'anni ha visto la fuoriuscita di migliaia di lavoratori, attraverso esternalizzazioni, cassa integrazione e licenziamenti, si decida di regalare alla stessa Telecom Italia la rete a banda ultralarga".

"Anche le lavoratrici e i lavoratori metalmeccanici hanno pagato un prezzo salatissimo a causa di quella scelta scellerata - prosegue Turi - Telecom, stritolata dal debito, negli anni ha massacrato il mercato con gare al massimo ribasso e con scelte tecnologiche che hanno prodotto l'ingresso in Italia di produttori di apparati a basso costo provenienti dall'estremo oriente, che hanno avuto un impatto devastante sulle sorti delle aziende europee produttrici di apparati, che in Italia avevano ricerca e sviluppo, produzione e migliaia di addetti. Dopo questo scempio il governo Renzi decide di fare il bis".

Per la Fiom Cgil la rete di telecomunicazioni a banda ultralarga "ha un'enorma valenza strategica". "La sua disponibilità e la sua efficienza - scrive ancora Turi - sono cruciali per collocare l’Italia al passo con gli altri paesi tecnologicamente avanzati e per consentire a tutti i cittadini di accedere senza vincoli. È in gioco un presupposto essenziale per garantire lo sviluppo economico, il pluralismo dell’informazione e della comunicazione, la sicurezza dei dati, insomma, la democrazia di questo paese. La discussione in corso su Metroweb è una questione di interesse del paese. Va garantito che, nello scenario tecnologico attuale e futuro, il governo della rete sia esercitato nell’interesse generale".

Per questi motivi la Fiom ritiene "totalmente sbagliata" l'ipotesi che sta prendendo forma e ribadisce che "l'unica scelta utile per il paese e per il mondo del lavoro è quella di portare la rete di telecomunicazioni sotto il controllo pubblico".