Denuncia durissima della Fillea Cgil. Nei cantieri per i lavori della Metro C di Roma prolifera il lavoro nero: tunisini, rumeni, egiziani e anche cinesi. La denuncia è stata raccolta in un articolo uscito su il Fatto di oggi a firma di Edoardo Di Blasi. Le aziende capofila dei grandi appalti, colossi come Ansaldo, Astaldi e Cooperative Costruzioni a loro volta affidano i lavori sui 25 chilometri della tratta a piccole o piccolissime aziende dove appunto si annida una cospicua percentuale di lavoro nero.

La denuncia della Fillea Cgil di Roma è documentata in un video ed è stata consegnata al Prefetto. Questi lavoratori irregolari, pagati 500-600 euro al mese, arrivano a lavorare fino a 12-13 ore al giorno. Le irregolarità vanno dal sotto salario, a una busta paga che dichiara molto di più di quello che viene realmente percepito, o a contratti di lavoro siglati addirittura in Romania o ancora a finti distaccamenti fino al nero totale. Molte foto scattate dalla Fillea dimostrano anche le precarie condizioni di sicurezza in cui queste persone lavorano.
Per il sindacato degli edili la causa di queste irregolarità sarebbe nei profitti sempre più bassi ricavabili dai subappalti che spingono le aziende a queste pratiche intollerabili.

Questa vicenda per la Fillea rappresenta un esempio eclatante della diffusa irregolarità che affligge il settore. Anche per questo il 3 marzo i lavoratori edili di Cgil, Cisl e Uil sfileranno per le vie di Roma.