Perfettamente riuscita, con un'adesione media allo sciopero nei luoghi di lavoro superiore all'80%, la terza giornata di mobilitazione e di manifestazioni regionali dei metalmeccanici in Sardegna, Calabria e Sicilia, dopo quelle tenute il 9 e 10 giugno scorso nelle altre regioni italiane. Ne danno notizia, in una nota, Fim, Fiom e Uilm.

"Diverse migliaia di lavoratori – fanno sapere i sindacati – hanno partecipato alle manifestazioni che si sono tenute rispettivamente a Cagliari, con l'intervento in piazza del segretario generale della Fim, Marco Bentivogli a Catanzaro dove è intervenuto il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella e a Palermo, con il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini". Numerosa e colorata la presenza dei lavoratori provenienti dalle aziende del territorio, dall'Alcoa di Portovesme, che lotta da anni per difendere l'occupazione e il sito industriale, a Selex-Leonardo e St Microelectronics di Catania, Hitachi di Reggio Calabria, Almaviva di Cosenza, General Electric di Vibo Valentia, Engie e Sirti che sono presenti nelle diverse regioni, i lavoratori dell'indotto del Petrolchimico di Priolo a Siracusa, i Cantieri navali di Messina. 

La mobilitazione è stata organizzata da Fim, Fiom e Uilm a sostegno del rinnovo del contratto nazionale di lavoro, per sbloccare il negoziato avviato a novembre 2015 e ancora fermo, a causa delle posizioni di rigidità di Federmeccanica e Assistal. La mobilitazione di oggi si aggiunge alle prime due giornate di mobilitazione generale del 9 e 10 giugno (con adesioni medie dell’85 per cento), e al blocco degli straordinari dell'11 giugno. 

La mobilitazione era stata proclamata unitariamente il 24 maggio scorso, nell'ambito della vertenza per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro, per sbloccare il negoziato avviato nel novembre 2015 e ancora in fase di stallo. Fim, Fiom e Uilm protestano contro le posizioni di Federmeccanica e Assistal  che hanno di fatto interrotto il negoziato. Il nodo resta sempre quello dell'adeguamento del salario, che in sostanza le associazioni datoriali vorrebbero garantire a una fetta minima di lavoratori. La richiesta rivolta a Federmeccanica è quindi quella di sbloccare la vertenza contrattuale e di abbandonare le sue posizioni di chiusura totale, caratterizzate, secondo i sindacati, “dalla volontà di annullare il valore del contratto nazionale e di non concedere aumenti salariali ai lavoratori del settore”.