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Nuovi sviluppi in Lombardia e in Puglia sul caso Mercatone Uno che nei giorni scorsi ha dichiarato il fallimento. Oggi (10 giugno), a seguito del sit-in dei 123 lavoratori dei tre punti vendita salentini, una delegazione di otto di loro accompagnata dai segretari provinciali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil Lecce ha incontrato il capo di gabinetto del prefetto Beatrice Mariano. Sindacati e lavoratori hanno illustrato tutte le criticità relative alle drammatiche condizioni in cui versano società e dipendenti. I tre punti vendita di Matino, Surano e San Cesario (quest’ultimo gravato da una procedura di sfratto esecutivo) sono chiusi dallo scorso 24 maggio, da quando cioè il Tribunale fallimentare di Milano ha dichiarato il fallimento di Shernon Holding, la società proprietaria di Mercatone Uno.
“La Prefettura con solerzia – riferiscono i sindacati – si è resa disponibile per intervenire con un’azione di impulso presso i ministeri dello Sviluppo economico e del Lavoro per accelerare le procedure relative al rientro nell’amministrazione straordinaria dei 55 punti vendita italiani, azione propedeutica all’attivazione della cassa integrazione per lavoratori”. I sindacati hanno chiesto anche un intervento presso il Mise per chiedere una conferma su quanto dichiarato dal ministro Luigi Di Maio sulla redazione del piano di liquidazione da parte dei tre commissari.
Nel corso dell’incontro sono emerse le difficoltà incontrate dalle famiglie monoreddito o in quelle in cui entrambi i coniugi sono dipendenti della Shernon: pagare un mutuo o rispondere agli impegni economici e finanziari presi finora. Dal verbale d’incontro emerge anche l’impegno assunto dal sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon durante l’incontro del 7 giugno a San Cesario, per una eventuale mediazione per posticipare la data dello sfratto del punto vendita di San Cesario, prevista per il 16 giugno, una scadenza che per i 43 dipendenti del negozio è decisiva perché in quel giorno essi potrebbero perdere la sede fisica necessaria alla ripresa dell’attività lavorativa (anche in considerazione degli esuberi già dichiarati nelle sedi di Surano e Matino).
I sindacati si dicono “cautamente ottimisti per l’intervento della Prefettura, sempre attenta ai temi relativi dal lavoro e alle sue dinamiche. Vorremmo essere altrettanto ottimisti circa il pronto ed operativo intervento del Mise. È bene ricordare come ad oggi la cassa integrazione sia l’unico elemento di serenità per i lavoratori, che non vedono reddito da oltre due mesi ed hanno di fronte a sé un futuro fosco dal punto di vista lavorativo”.
Per quel che riguarda la Lombardia, nel pomeriggio si è svolta un’audizione presso la commissione Attività produttive. “Abbiamo chiesto che Regione Lombardia si faccia parte attiva nel sostenere la nostra richiesta di riconvocare con urgenza il tavolo di confronto con il ministero dello Sviluppo per confermare il ripristino dell’esercizio provvisorio, premessa necessaria per ripristinare il programma di liquidazione dell’amministrazione straordinaria, retrocedere i rapporti di lavoro alle condizioni precedenti la cessione a Shernon e accedere alla cassa integrazione straordinaria con effetto retroattivo dalla data di fallimento di Shernon”. Così riferiscono Cgil, Cisl e Uil regionali che hanno partecipato insieme alle rispettive sigle di categoria Filcams, Fisascat e Uiltucs.
“Vista la crisi sistemica che coinvolge l’intero comparto – aggiungono i sindacati –, abbiamo chiesto di ripristinare l’insieme degli strumenti di gestione delle crisi, aggiornandoli alla nuova normativa sulla cigs. In particolare: il fondo per l’anticipazione sociale delle indennità di cigs, lo strumento per la sospensione dei mutui e/o prestiti in favore delle reti di partenariato sociale per le azioni di riqualificazione professionale”. Altra richiesta riguarda l’istituzione di un luogo di confronto trasversale ai diversi assessorati e con il coinvolgimento delle parti sociali per affrontare tutti gli aspetti riguardanti la situazione di crisi della grande gistribuzione alimentare e non-alimentare e del suo indotto. “In questi termini – conclude la nota – abbiamo inviato una mozione a tutti i capigruppo in vista della seduta del Consiglio Regionale di domani, 11 giugno”.