I Patti attuativi del Masterplan per il Mezzogiorno, definiti da governo, Regioni e Città metropolitane, vanno migliorati. A dirlo sono Confindustria, Cgil, Cisl e Uil, che hanno presentato oggi (lunedì 13 febbraio) a Roma le loro valutazioni in un incontro che si tiene alle ore 9 presso la sala degli Atti parlamentari della Biblioteca del Senato "Giovanni Spadolini” (in piazza della Minerva 38).

All’iniziativa hanno partecipato Stefano Pan (vice presidente per le Politiche regionali e per la Coesione territoriale di Confindustria), Gianna Fracassi, Giuseppe Farina e Guglielmo Loy (segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil), Natale Mazzuca (presidente del Comitato per le Politiche di coesione territoriale di Confindustria). Hanno contribuito al dibattito il ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno Claudio De Vincenti e il presidente della Regione Calabria, componente della Cabina di regia Fondo Sviluppo e coesione 2014-2020, Mario Oliverio. Sono intervenute inoltre le rappresentanze regionali di Confindustria e Cgil, Cisl e Uil.

Confindustria e sindacati rilevano che la metodologia di lavoro adottata per la definizione dei Piani debba essere “migliorata e perfezionata, tanto nella fase di programmazione quanto in quella di attuazione”. Le parti sottolineano che “la natura prevalentemente ricognitiva della progettualità contenuta nei Patti non consente appieno l’aggregazione degli interventi attorno a obiettivi strategici”. I Patti “non identificano linee strategiche programmaticamente definite, ma fanno emergere soprattutto una ‘progettualità prevalente’, guidata in primo luogo dallo stato di definizione dei progetti stessi, dalla loro fattibilità e dalle esigenze indicate dai territori”. Una impostazione che “mette inevitabilmente in secondo piano l’esigenza di una visione di sviluppo sovra-regionale che guardi al Mezzogiorno nel suo complesso, accentuando peraltro il rischio di frammentazione degli interventi”.

Il documento  presentato oggi, spiegano i proponenti, contiene “una analisi comparativa dei vari Patti regionali al termine della loro sottoscrizione, allo scopo di valutare le scelte compiute e le priorità definite, di ricostruire l’allocazione delle varie fonti di finanziamento (in particolare, fondi strutturali europei e Fondo Sviluppo e coesione) e di apprezzare l’adeguatezza del quadro complessivo alla luce delle esigenze emergenti”.

In generale, Confindustria e sindacati rilevano nel complesso delle allocazioni dei Patti attuativi del Masterplan “una distribuzione non equilibrata tra interventi di infrastrutturazione fisica e misure a sostegno degli investimenti imprenditoriali”. Ritengono anche “escluse da adeguata considerazione tematiche come l’occupazione, la formazione e la qualificazione del capitale umano, anch’esse essenziali per accompagnare la trasformazione del sistema produttivo nella direzione della nuova economia basata sulla conoscenza”.

Per tale motivo, imprese e sindacati reputano “importante perfezionare e rafforzare strumenti, pur non esaustivi, come il credito di imposta per gli investimenti e il bonus occupazione per il Mezzogiorno”. Parimenti, chiedono maggiore attenzione “alla necessità di far fronte a processi di reindustrializzazione di aree e settori oggetto di riconversione o trasformazione e alla connessa riqualificazione dei lavoratori coinvolti”. A tale proposito, ravvisano “l’esigenza di un monitoraggio ‘rafforzato’ degli interventi selezionati, mediante un maggiore coinvolgimento delle rappresentanze economiche e sociali, per favorirne una gestione ‘proattiva’ e arricchita dalla conoscenza diretta dei processi socio-economici del territorio”.

Le parti sociali propongono in conclusione “di istituire un tavolo permanente tra autorità politica, Confindustria, Cgil, Cisl e Uil con il compito di accompagnare, a livello nazionale e regionale, l’attuazione di ciascun Patto, condividere le modalità di monitoraggio, valutare le opportunità e le necessità di aggiustamento programmatico e progettuale”. "Lentezza nell'attuazione dei Patti regionali e scarsa coerenza tra la strategia nazionale e gli obiettivi di sviluppo territoriali", sono alcune delle principali criticità del Masterplan per il Sud rilevate dalla segretaria confederale della Cgil Gianna Fracassi ed esposte quest'oggi nel corso dell'iniziativa promossa da sindacati e Confindustria per presentare il documento comune sullo stato di attuazione dei Masterplan.

"I contenuti del Masterplan – spiega la dirigente sindacale – sono spesso frammentati e non coerenti. Inoltre, le risorse, istituite dal Fondo europeo, sono spesso utilizzate per la spesa ordinaria, mentre dovrebbero essere utilizzate come motore, driver dello sviluppo di un territorio". "Continuiamo a chiedere al ministro De Vincenti, insieme a Cisl, Uil e Confindustria, un tavolo strutturato di confronto sul tema Sud. Non sono sufficienti episodici incontri, è necessario rafforzare il partenariato sociale, costruire un punto di coordinamento e monitoraggio. Il Sud, e tutto il Paese – conclude Fracassi –, non possono perdere questa importante occasione".