Cgil, Cisl e Uil della Lombardia sono pronte al confronto sul reddito di cittadinanza proposto dal governatore Maroni. Una proposta che, anche sulla spinta di sollecitazioni dei sindacati, si è proressivamente modificata. Cgil, Cisl e Uil, si legge in una nota, "hanno chiesto prima di tutto di agganciare la condizione di reddito alla ricerca di lavoro, soprattutto per le fasce più deboli e senza discriminazioni, non rinunciando, nel contempo, alla richiesta - nazionale e regionale - del rifinanziamento degli ammortizzatori sociali, a partire dalla cassa in deroga in scadenza al 31 maggio per circa 5.000 lavoratori lombardi, quale strumento 'efficace' per il mantenimento della coesione sociale".

Cgil Cisl Uil Lombardia ritengono necessario che la proposta sul "reddito di cittadinanza" abbia tre cardini indispensabili: innanzitutto un "collegamento diretto tra la condizione reddituale e la ricerca attiva di occupazione, inserendoli con modalità specifiche nel sistema Dote unica lavoro, a partire dalle persone più svantaggiate quali gli over 50 anni e i portatori di disabilità, creando ovviamente le condizioni per la creazione di lavoro". Importante anche "privilegiare le fasce di popolazione in condizione di maggiore fragilità sociale e reddituale". Infine, è necessario "un utilizzo delle risorse disponibili, dai fondi europei alle risorse regionali, che non determinino scambi impropri con le risorse che debbono essere disponibili per la riduzione della compartecipazione alla spesa, a partire dai ticket e dalle rette dei servizi alla persona".

L'Italia, va ricordato, è l'unico paese in Europa, insieme alla Grecia, a non essere dotata di uno strumento per la lotta alla povertà. Nel 2013 - ultimi dati attendibili -  sperimentavano tale condizione 6 milioni di persone, pari all’9,9% del totale, mentre nel 2007 erano 2,4 milioni, cioè il 4,1%. La crisi, dunque, ha più che raddoppiato questa quota. Proprio domani (20/5/15) le 32 associazioni dell'Alleanza contro la povertà, tra cui Cgil Cisl Uil, presenteranno al governo le proposte per promuovere il Reis (Reddito di inclusione sociale), un progetto organico di Piano nazionale contro la povertà. Il Reis ha come obiettivo il contrasto alla povertà assoluta ed è uno strumento di politica sociale fondato sulla necessità di integrare un intervento di sostegno al reddito con un'adeguata politica orientata prima di tutto al lavoro, oltre che alla rete dei servizi (istruzione, salute, integrazione). A regime, il Reis costa 7,1 miliardi, meno dei 10 miliardi previsti dal bonus per gli 80 euro in busta paga.