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La ripresa in Lombardia è ancora lontana. Durante la crisi ha perso diversi punti di pil: il 3,5% solo per il 2012-13. E le previsioni per il 2014 delineate dal governo nazionale sono per ora state rispettate, anche se la battuta d’arresto segnalata recentemente dall’Istat e dal Fmi, meno 0,4%, impone prudenza e fa temere che il Pil della Lombardia possa attestarsi non oltre lo 0,1-0,5%. E’ l’allarme lanciato dalla Cgil regionale.
“La Lombardia non è diversa dall’Italia, e anche qui da noi, se consideriamo i dati del primo semestre del 2014, la ripresa sarà difficile, nonostante le potenzialità rappresentate da Expo che, solo se ben utilizzate, possono segnare una crescita complessiva del tessuto produttivo lombardo”. A dirlo è il Segretario generale della Cgil regionale, Elena Lattuada.
L’andamento della produzione industriale regionale, tra l’altro, tra il 2008 e il 2014 ha visto un significativo calo della produzione industriale del 10%, con punte del 30% per l’artigianato. Complessivamente, nella crisi è andato perduto dal 17 al 20% della struttura produttiva.
Lo stesso tasso di disoccupazione non chiarisce il livello e la profondità della crisi. Se ufficialmente la disoccupazione è ormai a oltre l’8%, quella reale, costituita cioè dalle persone disposte a lavorare ma che non fanno più domanda, è prossima al 12%, che diventa del 17% se consideriamo anche le ore di cassa integrazione.
“Dall’inizio della crisi (2008) - prosegue Lattuada - la Lombardia ha visto una riduzione dell’occupazione e degli investimenti in ricerca e sviluppo, e sta scivolando agli ultimi posti nell’elenco delle regioni europee industrializzate. Occorreranno anni per risalire alla condizione di partenza sul piano occupazionale e industriale e per recuperare la dimensione e la qualità del sistema produttivo e commerciale della regione, e sarà possibile solo con un impegno del Governo nazionale e di quello regionale a produrre adeguate politiche industriali e per il lavoro, al di là di posizioni ideologiche che di fronte a questa crisi non hanno davvero senso”.
Tra i dati più preoccupanti, snocciolati dalla Cgil c’è quello sulla cig del 2014. Anche nei primi sei mesi del 2014 sono infatti aumentate complessivamente le richieste di ore di cassa. Si conferma quindi la riduzione della cassa ordinaria, opportunità ormai consumata dalla gran parte delle aziende che non possono più ricorrervi, ma aumenta il ricorso alla straordinaria e in particolare a quella in deroga, uno strumento essenziale senza il quale si creerebbe una situazione difficile per la tenuta sociale, perché molte aziende, in mancanza di un ammortizzatore sociale come questo, ricorrerebbero ai licenziamenti attraverso la L.223 o l’Aspi.
“La crisi sta entrando ormai in una nuova fase e sta cambiando volto. Il nodo della Lombardia - conclude il Segretario regionale della Cgil - resta dunque quello di creare lavoro e di riprogettare una struttura produttiva innovata e di qualità, senza la quale sarà tecnicamente impossibile creare le condizioni per la crescita e lo sviluppo del Paese e per rilanciare l’occupazione”.