“Le istituzioni nazionali e locali e le organizzazioni datoriali devono farsi carico di promuovere e diffondere la legalità negli appalti, applicando quanto prevedono la legislazione e i protocolli siglati tra tutti i soggetti istituzionali e le associazioni datoriali”. Lo sostengono il segretario generale Filt, Alessandro Rocchi, e la segretaria nazionale Filt, Giulia Guida, in merito ai temi del convegno 'Appalti e legalità nel distretto modenese della macellazione e lavorazione carni', spiegando che “l’iniziativa promossa oggi dalla Cgil Emilia Romagna, insieme alla Cgil di Modena e alle categorie provinciali e regionali di Flai e Filt, coinvolgendo le istituzioni, vuole rappresentare un punto fermo per la legalità negli appalti alle cooperative nel settore del facchinaggio e della logistica”.

“Insieme alle organizzazioni sindacali locali – sostengono i due dirigenti sindacali –, rivendichiamo la regolarità degli appalti e quanto sottoscritto in Emilia Romagna nel Patto per il lavoro, la legge regionale sugli appalti, a partire dall’applicazione della clausola sociale per la continuità dell’occupazione in caso di cambio di appalto”.

“Nel distretto modenese delle carni di Castelnuovo Rangone – ricordano i due esponenti Cgil – le aziende sempre più hanno dato in appalto a cooperative importanti fasi della macellazione e della lavorazione, con il risultato di anni di denunce e rivendicazioni per i diritti degli stessi lavoratori, a cui non è stato applicato il contratto nazionale logistica, trasporto merci e spedizioni, con la conseguenza di essere costretti a turni di lavoro massacranti, oppure a chiamate in maniera discontinua, a volte con un avviso via sms sui propri cellulari”.

“Inoltre – aggiungono i due sindacalisti –, abbiamo sempre più spesso testimonianze di cambi di nomi da parte delle cooperative, e di spostamenti di attività da parte dei committenti, presso aziende meno sindacalizzate, dove è più complicato intervenire, e anche di espulsioni e sospensioni senza salario dei lavoratori non graditi, a causa dell’appartenenza sindacale e per aver rivendicato i propri diritti. In tale quadro, la vicenda della Castelfrigo dell’inverno scorso, dove, dopo una durissima vertenza, sono stati riconosciuti l’applicazione del ccnl e la clausola sociale, è diventata simbolo dell'unità di tutti i lavoratori, muovendo altre vertenze di aziende committenti e coinvolgendo alcune centinaia di lavoratori”.