L'Ilva annuncia l'immediata "cessazione di ogni attività nonché la chiusura dello stabilimento di Taranto e di tutti gli stabilimenti del gruppo che dipendono, per la propria attività, dalle forniture dello stabilimento di Taranto". L'azienda lo ha scritto in una nota diffusa intorno alle 18.00 di oggi, 26 novembre, in seguito al provvedimento di sequestro emesso oggi dal Gip di Taranto.

Nella nota l'azienda aggiunge: "Premesso che Ilva non è parte processuale nel procedimento penale ed è quindi estranea a tutte le contestazioni ad oggi formulate dalla Pubblica Accusa; premesso altresì che lo stabilimento Ilva di Taranto è autorizzato all'esercizio dell'attività produttiva dal decreto del Ministero dell'Ambiente in data 26.10.2012 di revisione dell'Aia; premesso infine che il provvedimento di sequestro emesso dal gip di Taranto in data odierna si pone in radicale e insanabile contrasto rispetto al provvedimento autorizzativo del ministero dell'Ambiente', la Società proporrà "impugnazione avverso il provvedimento di sequestro e, nell'attesa della definizione del giudizio di impugnazione, ottempererà all'ordine impartito dal gip di Taranto".

Intanto, la Fiom Cgil invita i lavoratori a restare ai propri posti
: "L'azienda sta comunicando in questo momento che da stasera fermano gli impianti di tutta l'area a freddo - ha detto all'Ansa il segretario della Fiom Cgil di Taranto Donato Stefanelli - ma noi invitiamo invece i lavoratori che devono finire il turno a rimanere al loro posto e a quelli che montando domani mattina di presentarsi regolarmente".

"Questo atteggiamento ricattatorio 'andate a casa' - ha aggiunto Stefanelli - non esiste. Abbiamo chiesto cosa significa sul piano lavorativo, ma non lo sanno nemmeno loro. E' un'azienda allo sbando e l'unica cosa che sa fare è mettere in atto una rappresaglia. Hanno subito stamattina - ha detto ancora il sindacalista - i provvedimenti giudiziari e ora scaricano tutto sui lavoratori".

Poco prima della comunicazione dell'azienda, Maurizio Landini, segretario generale della Fiom Cgil, aveva chiesto l'intervento di Mario Monti: “A questo punto, è il Governo in prima persona che deve assumersi la responsabilità la salvaguardia della salute e dell'occupazione, non solo a Taranto, ma in tutto il Gruppo - ha detto Landini - Il settore siderurgico è un'attività strategica per un Paese che vuole avere un'industria all'avanguardia, innovativa e ambientalmente sostenibile”.

"All'azienda abbiamo chiesto di convocare un incontro con i delegati e le organizzazioni sindacali territoriali - ha aggiunto il segretario Fiom -. E' necessario, inoltre, convocare le assemblee con i lavoratori e, in assenza di risposte rapide dal Governo, è necessario mettere in campo le iniziative di mobilitazione già decise e anticipare la manifestazione a Roma dei lavoratori dell'Ilva, fissata per il 13 dicembre”.

Sulla vicenda è intervenuto anche il responsabile economia del pd Stefano Fassina. "Il sequestro cautelativo del prodotto finito e dei semi-lavorati dell'Ilva di Taranto disposto dalla Procura mette le prospettive dell'azienda, della filiera siderurgica da essa alimentata e di decine di migliaia di lavoratori sempre più a rischio, nonostante l'approvazione da parte del governo nazionale e dei governi territoriali di un'impegnativa e innovativa Aia e nonostante la scelta dell'azienda di adeguarsi e di presentare il piano di attuazione delle prescrizioni richieste. L'approvazione dell'Aia è stato un inutile rito? - si chiede Fassina - Chiediamo al governo di intervenire al più presto con gli opportuni strumenti normativi per rendere possibile l'applicazione dell'Aia e così consentire, al contempo, la tutela della salute, dell'ambiente e delle prospettive produttive e di occupazione di un tassello fondamentale della nostra manifattura".