“Cambiare questo stato di cose deve essere un impegno preciso di chi si candida a governare il Paese”. E' quanto afferma il presidente della Fondazione Di Vittorio, Fulvio Fammoni, in merito alla classifica mondiale della libertà di stampa, diffusa da Reporter senza frontiere (Rsf) e che piazza l'Italia si piazza al 57esimo posto.

L’indice di Rsf sulla libertà di stampa, osserva, “continua a segnalarci come uno dei peggiori paesi europei, perfino dopo l’Ungheria. La rilevazione è molto precisa e analitica, prende in considerazione tra l’altro l’indipendenza dei mezzi di informazione, la qualità e l’efficacia del quadro legislativo, la trasparenza di istituzioni e procedure etc”.

In questo rapporto poi, aggiunge Fammoni, “le nuove segnalazioni principali per l’Italia riguardano i temi del reato di diffamazione, i progetti di legge bavaglio, i progetti di filtraggio internet etc. Non può essere il 57° in graduatoria il posto di un paese come l’Italia che contribuisce così pesantemente a quello che il rapporto individua come cedimento del modello europeo.  Da anni ci troviamo in una situazione bassa, relativa agli evidenti problemi del sistema di informazione italiana: in primo luogo la mancanza di norme sul tema del conflitto d’interessi e l’inadeguatezza di regole antitrust. Cambiare - conclude - deve essere l'impegno preciso di chi si candida al governo del Paese”