Correggere l’articolo del decreto liberalizzazioni che interrompe gli incentivi per gli impianti fotovoltaici a terra. A chiederlo è la Cgil sottolineando la necessità di cambiare l'articolo 65 del decreto nel corso dell’iter parlamentare di conversione.

“Ribadiamo il nostro sostegno alle energie rinnovabili, unico settore in crescita occupazionale in questa difficile crisi economica”, osserva il responsabile Energia di corso Italia, Antonio Filippi, che aggiunge: “Siamo sostenitori della produzione di energia da fotovoltaico distribuita, preferibilmente utilizzando le coperture edilizie, e siamo consapevoli che gli incentivi economici di sostegno alle energie rinnovabili dovranno necessariamente scalare fino ad esaurirsi quando sarà raggiunta la Grid Parità (il punto in cui l'energia elettrica prodotta con metodi alternativi ha lo stesso prezzo dell'energia tradizionale prodotta dalla rete elettrica, ndr)”.

Ora però, aggiunge Filippi, “se si rimodulano le norme,
con valenza retroattiva, senza rispettare le scadenze previste dal provvedimento del marzo 2011, si dà un duro colpo alle imprese che hanno previsto investimenti facendo conto della scadenza al 30 marzo del 2012 e che, con il decreto attuale, sono tagliate fuori dagli incentivi. In questo modo si dà ancora una volta instabilità al sistema e si mette a serio rischio l'occupazione”. “Chiediamo che in sede di riconversione del decreto – conclude Filippi – la normativa venga a coincidere con quanto previsto dal D.lgs n.28/2011 in termini di scadenza per gli incentivi per il fotovoltaico a Terra".