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Il camper dei diritti della Cgil parte dal mondo dell’informazione. Uno dei due appuntamenti romani si è svolto in un luogo chiave: la sede di Sky, durante un’animata assemblea dei lavoratori vittime di una vertenza chiave. Quella che li vede opposti a una multinazionale che fa profitti e che nonostante questo ha deciso di spostare 120 persone a Milano. A queste persone il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, ha voluto portare la solidarietà e l’impegno del sindacato “nel chiedere al governo un tavolo a Palazzo Chigi per affrontare la vertenza”.
Nel suo intervento il leader della Cgil ha costantemente connesso la situazione particolare di questi lavoratori con la situazione generale del lavoro in Italia, “una condizione che scende sempre più in basso”, e a cui la Carta dei diritti universali del lavoro – insieme ai referendum su voucher e appalti – sta provando a offrire una risposta.
La vicenda Sky, ha detto Camusso, pone delle domande fondamentali in questa stagione: “È tutto lecito? C’è un limite etico a quanti profitti si possono fare? Possono gli interessi di una multinazionale essere più importanti della condizione di un paese e dei suoi lavoratori”?
E qui il tema centrale: l’idea che tutto si possa subordinare ai profitti. Un’idea che è stata preparata nel tempo attraverso il ricorso a una flessibilità estrema e “attraverso la costruzione di una guerra tra poveri: il lavoro privato contro lavoro pubblico, padri contro figli, italiani contro immigrati. Una filosofia a cui ha fatto seguito una legislazione precisa: esiste sempre una forma di lavoro peggiore di quella che si conosce”.
L’effetto di questa situazione è che i lavoratori sono sempre più isolati, polverizzati e chi ha un voucher guarda come privilegiato chi ha, semplicemente un contratto di lavoro. “Proprio per provare a uscire da questa frantumazione – ha aggiunto Camusso – abbiamo lanciato la Carta dei diritti universali del lavoro e i due referendum che l’accompagnano. Vogliamo ricostruire una civiltà del lavoro in cui quest’ultimo non sia solo il modo per avere uno stipendio, ma anche identità, valore e progetto di vita”.
Quanto ai referendum la scelta dei voucher e degli appalti non è ovviamente casuale: “Sono il punto più basso di questa progressiva perdita di valore del lavoro e pensiamo che parlino a tutti: si può infatti accettare che intere generazioni abbiano come prospettiva soltanto una valigia per andarsene all’estero, oppure un voucher, un tirocinio o l’inferno di una catena di appalti e subappalti”?
La dirigente sindacale ha poi rivolto un appello ai lavoratori di Sky: “Facciamo assemblee nei luoghi di lavoro, andiamo ovunque, ma non basta. Ci serve l’aiuto del mondo dell’informazione. Questo paese ha bisogno che si torni a parlare di lavoro, che si facciano vere inchieste sulle vertenze e non soltanto qualche chiacchierata nei talk show per dire, alla fine, che la Cgil dice sempre no e non capisce il mondo moderno”.
Infine un appello: “Capisco che siete presi ora da un grande problema che riguarda la vostra situazione personale, il vostro di lavoro. Chiederemo il tavolo e lanceremo anche l'ashtag 'Paolo Gentiloni dacci l'incontro'. Ma provate a trovare un po' di spazio e tempo per convincere la gente a votare sì ai referendum. Perché da soli si è sempre più deboli”.
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