La minaccia di uno sciopero generale degli statali, prima della fine dell' anno, ha spinto il governo ad aprire il confronto con i sindacati che lo scorso 8 novembre hanno portato in piazza, in una manifestazione unitaria, oltre 100mila lavoratori. Oggi il tavolo è convocato a Palazzo Chigi alle 19: parteciperanno per il governo il ministro per la Pubblica amministrazione Marianna Madia e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio, per i sindacati i leader di Cgil e Cisl Susanna Camusso e Annamaria Furlan e il segretario designato della Uil Carmelo Barbagallo, oltre ai leader del pubblico impiego e al segretario generale dell'Ugl, Paolo Capone. Al centro dell'incontro ci saranno la riforma della pubblica amministrazione e soprattutto la questione del rinnovo del contratto, fermo da sei anni. I sindacati lo rivendicano con forza, ma il governo pur ammettendo l'importanza, non ha trovato le risorse nella legge di stabilità e ha confermato il blocco ancora per tutto il 2015.

"Dobbiamo portare l' Italia fuori dalla crisi - ha motivato a più riprese Madia - abbiamo dovuto trovare risorse per chi il lavoro non ce l'ha". Nei giorni scorsi, comunque, è sembrato aprirsi uno spiraglio. "Mi auguro e farò in modo che il contratto si riapra il più presto possibile - ha detto Madia - noi lavoriamo tutti affinché il più presto possibile ci siano le condizioni economiche per far ripartire il contratto", ha promesso. A quanto si apprende, sul nodo delle risorse per i rinnovi (2,1 miliardi di euro per il solo 2015) il governo non è in grado di dare garanzie, dunque le aperture potrebbero arrivare su altri terreni come l’avvio del negoziato sulla sola parte normativa. Altra ipotesi è un allargamento dello sblocco di scatti e carriere già previsto nella legge di stabilità e qualche proposta sui precari. Sul tavolo anche il dossier Province che si porta con sé il rischio – più volte paventato dalla Cgil – di 20-30mila esuberi.