“La pressione tributaria sul lavoro va ridotta, a partire da un aumento delle detrazioni per i lavoratori, utile per rilanciare i consumi e sostenere la domanda interna”. Così la segretaria confederale della Cgil, Gianna Fracassi, commenta il rapporto Ocse ‘Taxing Wages 2018’ reso pubblico oggi. “Il vero problema che emerge dai dati di oggi – avverte Fracassi – è che l’Italia è diciassettesima per livello del costo del lavoro e diciannovesima per livello della retribuzione”. Per la dirigente sindacale, quindi, “bisogna smetterla di parlare di cuneo fiscale in ragione della competizione sul costo del lavoro. Occorre, invece, aumentare le retribuzioni e, in generale, i redditi da lavoro, cominciando col migliorare la qualità, i diritti e le tutele di tutti quei lavoratori e quelle lavoratrici che non ne hanno abbastanza per essere considerati ‘dignitosi’. Così facendo - conclude Fracassi - aumenterà la qualità anche del nostro sistema produttivo”.

L'Ocse calcola il salario medio lordo, che in Italia è di 35.483 euro l'anno per ogni lavoratore single senza figli, tenendo conto sia delle tasse sul reddito, sia dei contributi sociali dei singoli addetti. Si tratta del diciannovesimo salario lordo più alto tra i 34 paesi Ocse. Su questo salario lordo la tassazione in Italia è del 31,1%, di cui il 21,6% è legata alla tassazione sul reddito e il 9,5% ai contributi sociali pagati dai lavoratori. Il paese che ha il salario lordo più alto è la Svizzera con 58.042 euro, seguita dal Lussemburgo (53.847 euro). I paesi più tartassati sono il Belgio e la Germania, in cui tasse sul reddito e contributi pagati dai lavoratori pesano rispettivamente del 40,5% e del 39,9%, mentre quelli in cui il peso di tasse e contributi è sopra al 31%, oltre a Italia (31,2%), Germania e Belgio, sono Lussemburgo, Danimarca, Austria, Slovenia e Ungheria.

Dal rapporto emerge che il costo del lavoro in Italia è di oltre 46 mila euro per ogni singolo lavoratore, sopra la media dell'area Ocse (41 mila euro), al diciassettesimo posto tra i 34 paesi più avanzati. Più nel dettaglio, il costo del lavoro in Italia nel 2016 si attesta a 46.651 euro l'anno per ogni lavoratore single senza figli, considerando le tasse sul reddito e i contributi delle imprese e dei lavoratori.

Tra i Paesi Ocse quello che ha il costo del lavoro più alto è la Germania con 62.188 euro, seguito dalla Svizzera con 61.657 euro, dal Belgio con 61.636 euro e dall'Austria con 69.648 euro. La Francia è ottava con 53.531 euro, il Giappone è undicesimo con 49.975 euro, la Gran Bretagna tredicesima con 49.342 euro, e gli Usa sedicesimi, subito prima dell'Italia, con 47.039 euro. All'ultimo posto c'è il Messico con 11.642 euro. Tra i paesi dell'Ocse solo in Francia, nella Repubblica Ceca ed in Estonia le imprese pagano in percentuale più dell'Italia, con quote rispettivamente del 26%, del 25,4% e del 25,3%. Il Paese in cui la tassazione sul reddito pesa di più è invece la Danimarca (35,8%), mentre la Germania è il secondo tra quelli in cui pesano di più i contributi dei lavoratori (17,4%), dietro alla Slovenia (19%).