Oltre 1.200 emendamenti al decreto sviluppo. Ma dieci di questi sono stati concordati dalle forze che sostengono la maggioranza e riguardano la riforma del lavoro. Ecco nella sintesi de La Stampa le proposte di modifica. “La principale è il rinvio di un anno dell'entrata in vigore dell'Aspi, il nuovo sistema di ammortizzatori sociali, che scatterà dal 2014 e non dal 2013. La seconda è il rinvio dell'aumento dei contributi pensionistici per collaboratori e contratti a progetto: dal 27 al 33% si passerà nel 2014. Sulle partite Iva, gli 8 mesi di monocommittenza (il lavoro con un cliente «unico») e la soglia minima di reddito (cioè i criteri che aprono la strada alla trasformazione del rapporto in lavoro dipendente di una partita Iva fasulla) si valuteranno nell'arco di due anni, e non di uno solo. La terza norma garantisce anche ai collaboratori e contrattisti a progetto che se l'azienda non versa i contributi previdenziali dovuti scattano le tutele a carico dell'Inps. L'intervallo di tempo che deve intercorrere tra un contratto a termine e il successivo sarà affidato alla contrattazione tra le parti ed eliminato per i lavori stagionali. Sarà poi possibile inserire più apprendisti in tutti i settori produttivi, anche nelle aziende di lavoro interinale. Si propone poi la possibilità per un lavoratore in cassa integrazione di percepire fino a 3.000 euro di voucher per lavoro accessorio e stagionale. Torna la ‘cig’ straordinaria per le aziende ammesse a procedure concorsuali, se in prospettiva riprenderanno l'attività; non conteggio per i contratti a termine sino a 6 mesi sulla base del calcolo dell'organico per l'obbligo di assunzione degli invalidi. Infine si chiede di facilitare i trasferimenti d'azienda o di rami d'azienda in caso di fallimento”.