La Tavola della pace lancia un appello per chiedere all’Italia e all’Europa di farla finita con i silenzi, l’inerzia e le complicità e di fare ogni sforzo per fermare la guerra a Gaza. “L’Italia, che vanta ottime relazioni sia con Israele che con i palestinesi, può fare molto. Ma deve cambiare: smettere di essere di parte, assumere un ruolo attivo, propositivo e progettuale”.

L'associazione indica alcuni impegni concreti da prendere subito: premere sulle parti in conflitto per fermare subito le armi; chiedere al Consiglio Europeo che si riunirà domani di agire immediatamente; riconoscere alla Palestina lo status di osservatore all’Onu; smettere di vendere armi a Israele e in Medio Oriente. Ma poi aggiunge: “È arrivato il momento di andare alla radice del problema, mettere fine all’occupazione militare e risolvere il conflitto tra questi due popoli.”

L’appello è già stato sottoscritto da numerose organizzazioni tra cui Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani, Acli, Cgil, Libera, Agesci, Arci, Articolo 21, Legambiente, Cipsi, Pax Christi, Focsiv, Lettera 22, Amani, Unione degli Universitari, Unione degli Studenti, Rete della conoscenza, Link Coordinamento Universitario, Rete degli Studenti Medi, Associazione per la Pace, Beati Costruttori di Pace, Centro per la Pace Forlì-Cesena, Emmaus Italia, Lega per i diritti e la Liberazione dei Popoli, Cnca, Rivista Solidarietà internazionale, Terra del Fuoco, Movimento Federalista Europeo, Movimento Europeo.

Ecco il testo completo:

L’Italia e l’Europa hanno il dovere di fermare la guerra a Gaza. Lo possono e lo debbono fare agendo con intelligenza e determinazione nell’interesse superiore dei diritti umani, della sicurezza internazionale, della giustizia e della pace. L’Italia, che vanta ottime relazioni sia con Israele che con i palestinesi, può fare molto. Ma deve cambiare: smettere di essere di parte, assumere un ruolo attivo, propositivo e progettuale. Nel Mediterraneo, in Europa e all’Onu. L’Italia deve essere consapevole dei suoi limiti ma anche delle sue risorse, della sua prossimità e delle sue responsabilità. Cominciamo subito: mobilitiamoci per fermare le armi, chiediamo al Consiglio, alla Commissione e al Parlamento Europeo di agire immediatamente, riconosciamo alla Palestina lo status di osservatore all’Onu, smettiamo di vendere armi a Israele e in Medio Oriente e chiediamo all’Europa di fare altrettanto. L’inazione degli altri non può più giustificare la nostra. Ma fermare la guerra non basta. E’ arrivato il momento di andare alla radice del problema, mettere fine all’occupazione militare e risolvere il conflitto tra questi due popoli. Non ci possiamo più permettere che continui così. E’ troppo destabilizzante. Il conflitto è sulla terra. A entrambi i popoli deve essere riconosciuto il diritto di vivere in pace su quella terra con gli stessi diritti, la stessa dignità e la stessa sicurezza. La formula è “due stati per due popoli”. E deve essere realizzata ora. Anche a costo di un’inedita e creativa “imposizione” internazionale. E’ l’ultima possibilità. Non ci conviene più aspettare.