Oggi si riunisce il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite, tema all'ordine del giorno l'emergenza immigrazione in Europa. Mentre mercoledì 13 maggio la Commissione europea dovrebbe a sua volta approvare l'agenda sull'immigrazione. Le forze dell'ordine sono sempre in prima linea quando si parla di sbarchi e salvataggi. Ma come stiamo gestendo questa partita a livello nazionale e internazionale? Ha risposto a questa e ad altre domande, Daniele Tissone, segretario generale del Silp Cgil, ai microfoni di RadioArticolo1 (qui il podcast).

"Le forze dell'ordine sono in campo e sono in prima linea, forse troppo in campo e troppo in prima linea, perché quella che noi consideriamo un'emergenza umanitaria andrebbe trattata con un approccio diverso, non solo con le forze di polizia. Ce lo dimostrano anche i dati sugli sbarchi degli ultimi anni, che hanno visto totalmente cambiare le tipologie che giungono nel nostro Paese: per la quasi totale prevalenza, si tratta di persone che chiedono asilo, dopo essere scappate da guerre, violenze e miseria. Quindi, non comprendiamo come ancora si utilizzino in maniera spropositata le forze dell'ordine. Si pensi che per il solo disbrigo delle pratiche amministrative, vi sono impegnati 6.500 nostri operatori. A questo numero, vanno assommate ulteriori 2.000 unità tra poliziotti, carabinieri e militari. Comunque, in ogni caso, il nostro personale molto ben volentieri assiste queste persone bisognose di aiuto", osserva il dirigente sindacale.

"MIlano Expo 2015, la Barcaccia di piazza di Spagna a Roma sono stati teatro di episodi di violenza di piazza, e hanno visto impegnate le forze dell'ordine a garantire l'ordine e la sicurezza dei cittadini, nostro primario compito, nonchè dovere. Il Primo maggio a Milano abbiamo ritenuto di non intervenire, perchè un'eventuale azione contro i black block avrebbe portato a conseguenze ultreriori e a danni collaterali anche nei confronti di chi stava manifestando pacificamente poco distante dai facinorosi. In pratica, i dirigenti di Ps hanno optato per il male minore. Una tecnica di contenimento adoperata in precedenza anche a Roma, con i tifosi olandesi del Feyenord. Si può discutere se in quel frangente fosse opportuno effettuare una carica, ma a quel punto poi te ne devi assumere le conseguenze, nel senso che non è un'operazione che fai col bisturi, e in ogni caso bisogna sempre garantire il diritto che la nostra democrazia ci riconosce, di manifestare liberamente il nostro pensiero nelle piazze", prosegue il rappresentante del Silp.

"Ci sono due aspetti che entrano in gioco: un aumento di bombe carta, molotov, oggetti contundenti, come asce, mazze, accette, che vengono portate al seguito di manifestazioni, anche sul versante sportivo. E poi la tendenza di chi compie atti vandalici a nascondere il proprio volto. Si può ragionare su un inasprimento di pene, con la possibilità di effettuare arresti preventivi o successivi, oltre alla flagranza di reato. Ma questo spetta alla politica, che dovrebbe interrogarsi su quale modello di ordine pubblico intende per il futuro mettere in campo, anche in ragione delle mutate esigenze. Un modello che dovrebbe essere in linea con la sicurezza dei cittadini, che devono avere la libertà e il diritto di poter manifestare in modo libero e pacifico. Noi dobbiamo riuscire a far dialogare il più possibile il funzionario o il reparto di polizia presenti nelle piazze con tutti coloro che manifestano, cercando di essere il più possibile trasparenti, professionali e corretti nei confronti delle persone, e portando all'estrema ratio l'utilizzo della violenza", continua Tissone.

"Dal 2009 il nostro contratto non viene rinnovato. Tra l'altro, abbiamo un mancato riconoscimento delle indennità festive notturne ferme a 7 euro a giornata: è una cosa assolutamente iniqua e una sperequazione che non va a coprire il disagio delle persone che effettuano servizi molto spesso in condizioni disagevoli, anche di stress psicofisico, ma questo però non c'entra assolutamente nulla con gli obblighi che ci devono sempre contraddistinguere e che ineriscono alla nostra funzione di pubblico ufficiale. È chiaro che il peso dello stress andrebbe bilanciato con un trattamento economico migliore, con situazioni di vita lavorativa migliori, che poi naturalmente s'interfacciano con la vita familiare di ognuno di noi", aggiunge l'esponente del Silp.

"L'accorpamento tra Corpo forestale dello Stato e forze di polizia, dal punto di vista dell'efficientamento delle attività non è la soluzione ottimale, perché noi veniamo da un periodo di tagli che hanno minato il livello della sicurezza dei cittadini. Parlo di 7 miliardi di tagli negli ultimi otto anni, che hanno diminuito la capacità operativa, l'efficienza delle forze dell'ordine in generale. Si pensi che la polizia di stato e le altre forze di polizia avranno un organico inferiore di ulteriori 15.000 unità entro il 2020, In pratica, passeremo da 118.000 unità a 92.000 addetti in organico, ridotti anche per effetto di un turn over che ne limita del 55% le assunzioni. L'età media è molto elevata, 47 anni, che a nostro giudizio non concorre a garantire uno standard di sicurezza efficiente per i cittadini. Si parla poi della chiusura di oltre 250 tra uffici e presìdi di polizia, che limiteranno la possibilità per il cittadino di poter fare una denuncia nel proprio territorio, avendo un'interfaccia fisica con l'operatore di polizia, come avviene oggi". Se si vuole veramente riformare la pubblica amministrazione, si deve puntare a eliminare sovrapposizioni, abbassare i costi, ma soprattutto a ridurre il più possibile gli sprechi, Purtroppo, non ci sembra che la politica del Governo vada in tale direzione in modo serio e competente. Questo è il motivo per cui diciamo che il Governo dovrebbe effettivamente cambiare verso sulla sicurezza, che dev'essere vista in maniera strategica come un investimento, non come un taglio di risorse di tipo ragioneristico. Solo grazie a una maggiore legalità e sicurezza si può dare una svolta al Paese, anche in termini di produttività e competitività", conclude Tissone.