Il Piano del lavoro siglato nei mesi scorsi, dopo una contrattazione serrata, tra la Regione Sardegna e le parti sociali “non ha ancora dispiegato i suoi effetti, perché è nato da una nostra mobilitazione di fronte alla presentazione di una legge finanziaria che avevamo giudicato un po' fiacca. Se ci avessero dato retta prima, probabilmente oggi avremmo dei risultati migliori sul terreno dell'occupazione e dello sviluppo”. Lo ha detto Michele Carrus, segretario generale della Cgil sarda, ai microfoni di RadioArticolo1 durante la trasmissione Italia Parla.

“Siamo riusciti a imporre, con un'iniziativa della sola Cgil, un cambiamento di impostazione della manovra di politica finanziaria della Regione concentrando un pacchetto di risorse consistenti su un piano pluriennale, triennale, per il finanziamento di politiche per l'occupazione”, ricorda Carrus. Tra le misure approvate c’è “il rafforzamento significativo del diritto allo studio, perché abbiamo quasi raddoppiato le risorse a disposizione”.

 

Inoltre c’è “un aumento significativo delle risorse disponibili per il contrasto alla povertà. In Sardegna abbiamo uno strumento che è stato introdotto prima addirittura del Rei nazionale (il reddito di inserimento), si chiama Reis, serve per l'appunto a progetti di sostegno personale e familiare per le persone in difficoltà, e su questo abbiamo aumentato del 50% la dotazione finanziaria disponibile. Abbiamo oggi a disposizione un volume complessivo di risorse superiore all'ammontare totale delle richieste che erano state fatte l'anno precedente da tutte le amministrazioni locali della Sardegna”.

“Il piano del lavoro - prosegue Carrus - si sviluppa sostanzialmente su tre gambe: la prima è quella del riavvio di cantieri per opere e servizi nel territorio attraverso il coinvolgimento delle amministrazioni locali, e questo è un dato importante sul quale sono state destinati una cinquantina di milioni di euro di risorse plurifondo, comunque a disposizione del bilancio della Regione e la cui delibera attuativa è stata realizzata nella prima metà di febbraio. Adesso siamo nella fase di assegnazione delle risorse alle amministrazioni locali per l'apertura di questi cantieri”.

“Il secondo pilastro riguarda l’occupazione, che noi concentriamo in modo particolare sulle donne, sulle trasformazioni dei rapporti di lavoro e anche sulla creazione di rapporto di lavoro”. Su quest’ultimo punto il piano “rafforza il sistema degli incentivi previsto dalla legislazione nazionale, che come sappiamo per il Sud ha riservato il 100% di sgravi contributivi, con un rafforzamento di questa misura che premia anche la creazione di rapporto di lavoro e di rapporti a termine, purché sia occupazione incrementale rispetto alla media registrata dalle imprese richiedenti negli anni precedenti”. Il terzo pilastro, conclude Carrus, “è quello della cabina di regia unitaria partecipata dalle forze sociali”.